I due psichiatri incaricati in qualità di periti dalla Corte distrettuale di Oslo di verificare lo stato di salute mentale di Andres Behring Breivik, autore delle stragi del 22 luglio, hanno esitato una relazione per la quale il 32enne fanatico della destra norvegese sarebbe “pazzo” e, pertanto, non potrebbe andare in carcere. Una perizia agghiacciante, non già per quanto riporta, che potrebbe senz’altro essere condivisibile, quanto per le conseguenze che ciò avrà sul processo. Se nel momento in cui Breivik compiva le stragi al centro di Oslo e sull’isola di Utoya non era in grado di intendere e di volere, allora non potrà andare in carcere per pagare quanto ha fatto, ma sarebbe internato in un reparto psichiatrico per essere curato e al massimo dopo dieci anni uscirebbe, senza passare per le sue patrie galere.
E secondo quella che è una consuetudine molto consolidata in Norvegia, il giudice quasi certamente si rifarà alla perizia dei due psichiatri e questo significherà solo una beffa per i parenti delle vittime, che non potranno certamente affermare di avere ottenuto giustizia.
A dire il vero, anche qualora Breivik dovesse essere considerato “sano di mente” al momento delle stragi, comunque il “magnanimo” sistema penale norvegese non gli farebbe scontare una pena detentiva superiore a 21 anni e non è detto che tutti e 21 anni sarebbero trascorsi solo in carcere. Insomma, l’uomo che ha ucciso 77 persone, tra cui la stragrande maggioranza giovanissimi (ragazzi che partecipavano a un campus di formazione dei giovani laburisti), non più tardi della mezza età sarà di sicuro fuori dal carcere, ma potrebbe non entrarvi mai e cavarsela con un internamento di qualche anno, arrivando anche ad uscire prima di compiere 40 anni.
Gli stessi norvegesi, che certo non sono un popolo assetato di vendetta o contrario ai diritti dell’imputato nel processo, si interrogano adesso se il sistema penale da loro stessi creato ed accettato possa essere ancora tollerato anche in queste situazioni estreme.
Se è vero che non può esistere una legge “contra personam”, è altrettanto indubbio che ritenere che una strage di così importanti dimensioni possa essere punita con un buffetto, quasi si trattasse di una marachella a scuola, è inaccettabile. Anche perchè Breivik progettava il suo piano folle dal 2002, cioè da ben nove anni. E non risulta essere stato pazzo per tutto questo tempo. Anzi, non risulta esserlo stato mai.