Ha appena ottenuto l’incoronazione a candidato di Russia Unita per le elezioni presidenziali del prossimo 4 marzo, ma la vera sfida è tutta concentrata sul prossimo 4 dicembre, quando si terranno le elezioni politiche per il rinnovo della Duma. Parliamo del premier Vladimir Putin, alla ricerca di un suo terzo mandato non consecutivo al Cremlino, intervallato da 4 anni di premierato, nonchè di una maggioranza schiacciante di seggi la prossima settimana, per evitare di non godere più di una maggioranza “costituzionale” dei due terzi, necessaria cioè per fare e disfare della Costituzione in piena solitudine. Se il primo obiettivo è considerato scontato, la riconferma degli attuali numeri alla Duma è cosa piuttosto ardua, dato che i sondaggi assegnano a Russia Unita tra i 252 e i 263 seggi contro gli attuali 315. Il partito di Putin e Medvedev manterrebbe, dunque, una larga maggioranza, ma non tale da potere riformare da solo la Costituzione.
E per la coppia più influente delle Russie si tratterebbe di uno smacco da evitare a tutti i costi. Per questo, i toni della campagna elettorale, giunta quasi alle ultime battute, si scaldano, con il premier che in occasione del lancio della sua candidatura si scaglia vigorosamente contro l’Occidente.
Le potenze euro-atlantiche per Putin avrebbero la colpa di volere interferire con la politica di Mosca, finanziando direttamente o tramite Ong e altre associazioni le opposizioni, screditando la sua figura. Non lesina “complimenti” Putin, che attacca le potenze occidentali, paragonandole esplicitamente a Giuda. E Giuda, ricorda il premier, non è certo la figura più amata dai russi. Un avvertimento a quanti volessero dall’esterno tentare di manipolare il voto, schierandosi contro la coppia presidenziale e di governo. Ma anche il nervosismo per una campagna elettorale iniziata tra gli applausi e il trionfo di tutti i sondaggi, ma che sta finendo tra i fischi, come accaduto all’Olimpisky.
Al momento, Putin è l’unico candidato al Cremlino, mentre dovrebbero seguire quasi certamente il candidato comunista Ziuganov e quello nazionalista Zirinovskji. Non che abbiano chance di vittoria, anche se il primo potrebbe riportare, secondo i sondaggi, un discreto successo in termini di seggi alla Duma. Non è un caso che la candidatura di Putin sia stata ufficializzata solo a ridosso delle politiche. Un modo per concentrare l’attenzione sull’uomo forte di Mosca.