Il Servizio Sanitario Nazionale si è sentito in dovere di divulgare un opuscolo sull’importanza dell’assunzione dell’acido folico in gravidanza in 11 lingue diverse; l’esigenza è nata dall’aumento di etnie sempre più diverse nel nostro paese, le cui donne provenienti dai diversi paesi del globo, soprattutto da alcune parti geografiche, sconoscono per mancata informazione l’importanza di assumerne l’acido folico in gravidanza a salvaguardia della salute del futuro bambino in arrivo. Le donne straniere non sempre conoscono perfettamente la nostra lingua, evento dovuto anche alla poca permanenza nel nostro paese.
Questa causalità tende a non far comprendere pienamente nelle donne di origine straniera la lingua italiana soprattutto in campo medico, escludendo come in questo caso l’importanza di integrare l’acido folico in gravidanza con degli integratori specifici, oltre ad assumere alimenti ricchi di folati.
L’acido folico è importante in gravidanza perché può seriamente salvare la nuova vita da alcune malformazioni gravi come soprattutto la spina bifida, ossia quella del tubo neurale. Questo per citare quella più importante e conosciuta, ma possono sopraggiungere anche altre malformazioni genetiche gravi originando nel nascituro alcune malattie rare spesso incurabili e che portano alla morte prematura del bambino. Si è registrato che negli ultimi anni che solo il 4% delle donne straniere che vivono nel nostro paese assumono regolarmente questa vitamina durante la gravidanza.
A tal proposito il Servizio Sanitario Nazionale insieme al Centro Nazionale Malattie Rare, hanno deciso che era arrivato il momento di rivedere l’opuscolo divulgato sul sito del SSN che parla dell’importanza dell’acido folico in gravidanza. Trascrivendo lo stesso opuscolo in ben 11 lingue diverse, proprio per andare incontro alla numerosa popolazione straniera che vive in Italia. Nel sito del SSN si legge inoltre che l’acido folico deve essere assunto fin dal mese antecedente il presunto concepimento nella dose di 0,4mg, e che l’assunzione deve continuare almeno fino al terzo mese di gravidanza.