Il vice-premier cinese Li Keqiang, in visita a un alloggio sociale in una città vicina alla capitale, ha affermato che il governo di Pechino continuerà nella sua politica restrittiva nei confronti del settore immobiliare al fine di impedire un ulteriore aumento dei prezzi. Il vice-premier ha anche detto che i prezzi sarebbero già in calo e che si prevede che ciò continui anche per l’anno prossimo, ma ciò nonostante il governo non ha intenzione di abbassare la guardia, mirando a un graduale abbassamento dei prezzi immobiliari.
Intanto, i numeri continuano a confermare la crescita del nuovo gigante asiatico, che ha visto crescere i profitti delle imprese del 25,3% su base annua, nei primi dieci mesi dell’anno. Tuttavia, il dato risulta in calo dal 27% registrato nel periodo gennaio-settembre, rispetto ai primi nove mesi del 2010 e ciò si deve al rallentamento della crescita degli utili a ottobre, che si è attestata al 12,5%.
Oltre che per il settore immobiliare, il governo e la banca centrale sono impegnati in un’opera di contenimento dell’inflazione, che sta dando i suoi frutti negli ultimi mesi, con un raffreddamento nella crescita dei prezzi.
E i cinesi sarebbero anche interessati a investire in Europa parte delle loro enormi riserve di valuta, pari a circa 3500 miliardi di dollari, ma non comprando direttamente titoli del debito sovrano, quanto sostenendo “indirettamente” l’economia degli stati dell’Eurozona. E’ quanto ha affermato il ministro del commercio Chen Deming, che si è detto disponibile ad investire nell’acquisto di aziende europee, così come la China Investment Corporation, che detiene riserve per 410 miliardi, sarebbe pronta a investire in infrastrutture stradali europee e degli USA.
Insomma, la strategia della Cina si sta delineando e punta a fare shopping degli asset industriali dell’Europa, più che a sobbarcarsi del suo enorme debito.