Male asta BoT e CTz e rendimenti secondario fuori controllo

L’asta da dieci miliardi in BoT e CTz, che ieri il Tesoro ha tenuto, è stata molto negativa, in termini di rendimenti esitati, per quanto la domanda sia stata sufficiente a coprire l’importo del collocamento.

I BoT a sei mesi hanno avuto un’impennata, passando dal già altissimo 3,535% di un solo mese fa al 6,504%. Tre punti percentuali in più, che fanno lievitare il costo di rifinanziamento del nostro debito in 4-4,5 miliardi in tutto il 2012, rispetto ai rendimenti di ottobre, nel caso tutte le prossime aste dei BoT, da qui a fine 2012, dovessero attestarsi sui livelli di rendimento di ieri.

Male anche i CTz a due anni, che hanno visto esplodere il loro rendimento dal 4,628% al 7,814%. Complessivamente, se anche questi titoli dovessero mantenere questa performance per tutto il 2012, il maggiore costo di rifinanziamento tra soli BoT e CTz sarebbe per lo stato di 10 miliardi all’anno, una cifra considerata insostenibile nel lungo termine (2-3 anni).

E subito si sono impennati anche i rendimenti sul mercato secondario, dove i titoli con durata residua di due anni hanno sfondato ieri la barriera dell’8%, attestandosi intorno all’8,14%, mentre i quinquennali si sono stabilizzati a ridosso di tale soglia, in zona 7,92%. Sù anche i decennali, schizzati già al 7,4%, ai massimi di sempre, superando anche i tassi trentennali.

E proprio la situazione dei tassi italiani sta facendo tremare l’intera Eurozona, con Berlino che solo ora si accorge del pericolo di una caduta dell’Italia, che per esplicita affermazione del cancelliere Merkel, determinerebbe il crollo dell’Area Euro. Di questo, parla anche il New York Times, il quale afferma che molte banche si starebbero preparando sia negli USA che in Europa all’ipotesi che l’euro si disintegri, mentre solo quelle italiane e francesi riterrebbero tale scenario del tutto improbabile.

 

 

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