Migliaia di tonnellate di olio d’oliva extravergine a scaffale viene venduto in Italia con l’inganno, nel rapporto di ben 4 bottiglie su cinque. A ricordarlo nei giorni scorsi è stata la Coldiretti che ha accolto con un plauso un’importante operazione anti contraffazione a Taranto, da parte della Guardia di Finanza, che ha portato al sequestro di una grossa partita di olio d’oliva “taroccato”. Le truffe e gli inganni hanno sempre la stessa matrice, ovverosia quella per cui si spaccia per made in Italy un prodotto che non lo è; ad esempio olio d’oliva extravergine con la materia prima proveniente da un Paese estero, prodotto ed imbottigliato in Italia, e poi venduto come 100% italiano.
Oppure falso olio d’oliva 100% italiano frutto di una miscela tra olive italiane ed olive importate dall’estero. La tracciabilità del prodotto è essenziale se si considera che, come messo in risalto proprio dalla Coldiretti, l’Italia quanto a produzione di olio d’oliva, con ben 500 mila tonnellate annue, è il secondo produttore al mondo.
Ma è anche un importatore di spicco con una media di 470 mila tonnellate annue di olio d’oliva, ragion per cui poi per il consumatore diventa impossibile capire quale olio sia italiano e quale non lo sia. Questo anche a causa di etichette illeggibili, e spesso anche a nomi dati all’olio extravergine di oliva in vendita che richiama in qualche modo alla nostra tradizione del made in Italy. Ma è solo un modo per ingannare l’ignaro consumatore e per fare a conti fatti una concorrenza sleale.