Sfiora il 3% in mattinata il guadagno di Seat-Pagine Gialle in borsa, dopo l’annuncio della società che sarebbero stati compiuti sostanziali passi avanti nelle trattative tra gli azionisti e gli obbligazionisti del bond Lighthouse da 1,2 miliardi.
Il titolo, che ha perso negli ultimi cinque anni circa il 98% del suo valore, viene oggi quotato intorno a 0,0287 euro per azione. La società, nel comunicare il buon proseguimento delle trattative, ha sottolineato, tuttavia, come manchi ancora un’intesa sull’allocazione del capitale azionario e sull’esito dell’operazione di ristrutturazione.
L’accordo, al momento, sembrerebbe essere stato parzialmente raggiunto con quel nocciolo di bondholders, che detiene circa la metà del valore di tutta l’emissione obbligazionaria. Fonti anonime, ma interne alla società, inoltre, sottolineano come ancora non vi sia alcuna intesa sul rapporto di conversione obbligazioni-azioni e che manca sia il placet del cda che degli stessi creditori.
E il tutto deve chiudersi entro il 28 novembre, data ultima prevista, dopo il rinvio di 30 giorni (periodo di grazia), previsto per il pagamento della cedola del bond, che ammonterebbe complessivamente a 52 milioni di euro. Dopo quella data, la società sarebbe considerata insolvente, in mancanza di un accordo.
Pare che l’intesa preliminare raggiunta preveda che ciascun stakeholder si impegni a non vendere la sua partecipazione, anche se non è ancora chiaro fino a quale data.
Seat-PG rischia il fallimento, non per mancanza di utili, seppure essi siano in calo da tempo, ma in quanto la società è stata caricata negli anni scorsi di debiti per complessivi 2,7 miliardi, da parte dei fondi, che ancora oggi costituiscono la maggioranza azionaria. L’indebitamento, quindi, assorbe la gran parte dell’Ebitda e non consente di mantenere proficua Seat.