Il Consiglio della Federazione, ossia la Camera alta russa, ha fissato per il prossimo 4 marzo le elezioni presidenziali, mentre il 4 dicembre, cioè tra due settimane circa, si terranno le elezioni politiche per il rinnovo del Parlamento. Sono passaggi molto attesi da un punto di vista degli equilibri politici e istituzionali, che potrebbero segnare il futuro della Russia per i prossimi decenni. E come a ogni vigilia elettorale, immancabili arrivano anche a Mosca i sondaggi. La casa di rilevazione Levada ha pubblicato il risultato di un suo sondaggio che conferma quelli già nelle mani del Cremlino, ossia di un netto calo dei consensi per il partito di Putin e Medvedev, Russia Unita. Questo raggiungerebbe la maggioranza assoluta dei seggi, con 252 deputati su 450, ma molti meno di quelli di cui oggi dispone, 315.
Dunque, Russia Unita perderebbe la maggioranza dei due terzi, necessaria per modificare la Costituzione, senza l’appoggio di alcun altro partito. Uno smacco al presidente e al premier, che finora hanno potuto godere di un potere illimitato nelle istituzioni.
Tuttavia, anche questo risultato, qualora fosse confermato alle urne, confermerebbe la maturazione politica in atto nel Paese, smentendo i timori di una democrazia solo di facciata. Malgrado il potere indubbiamente enorme e incontrato di cui la coppia Medvedev-Putin ha goduto negli ultimi anni, i flussi elettorali sono quelli di un elettorato che sposta il suo voto liberamente, pur assegnando alla maggioranza uscente un numero notevolissimo di consensi, invidiabile in qualsiasi stato occidentale.
Già nei mesi scorsi, Putin aveva previsto il netto calo dei consensi per il suo partito, che dovrebbe passare da circa il 60% al 45% dei voti. Per questo, ha creato una sorta di partito gemello, che dovrebbe convogliare i voti in uscita da Russia Unita, magari consentendogli per questa via di mantenere il controllo sui due terzi del Parlamento.
Nessun dubbio su chi vincerà le presidenziali di marzo, che vedono Putin in nettissimo vantaggio su Ziuganov del Partito Comunista e sul nazionalista Zhirinovskj. A sfidarlo ci sarà anche lo scrittore Eduard Limonov. Tutti candidati che raccolgono consensi di nicchia e caratterizzati da note di colore, come nel caso del nostalgico del bolscevismo Ziuganov o dello strampalato nazionalista, noto più per certe scene di dubbia eleganza.