Ci risiamo; quante volte su Facebook vi è capitato di veder apparire sulla bacheca di un vostro amico qualche frase un pò allarmistica, magari con l’esortazione a ripubblicarla, nella speranza di suscitare un passaparola utile a risolvere questo o quel problema? Saranno poche o molte a seconda del tempo che avete passato in rete negli ultimi anni (e di quanti amici “virtuali” avete) ma è difficile che non vi sia mai capitato. A volte queste moderne “catene di Sant’Antonio” riportano effettivamente qualcosa di vero, più spesso sono innocue “bufale” messe in giro da qualche burlone o da qualcuno che in buona fede ha con troppa leggerezza ripreso una notizia infondata o travisata, magari condividendola da una pagina molto frequentata, che ne ha amplificato a dismisura la diffusione. Sono molte ore infatti che gira su migliaia di “profili” e siti web questa proposizione:
CI MANCAVA SOLO QUESTA: Il governo Monti sta emanando nuove leggi da approvare, una tra le quali la legge sugli animali domestici. Ogni famiglia dovrà pagare una tassa su ogni animale domestico in quanto il signor Monti li definisce BENI DI LUSSO, non beni affettivi. La ringraziamo, professor Monti, perché in questo modo lei sarà complice dell’aumento degli abbandoni, delle uccisioni e della sofferenza di tante povere bestie, che o saranno abbandonati da chi non può permettersi ulteriori spese, o che non verranno mai e poi mai adottati da un canile. COPIA E INCOLLA
Cosa c’è di vero? Dire “nulla” a quanto pare sarebbe esagerato, ma il governo Monti c’entra più o meno come i cavoli a merenda. Al momento è impossibile trovare una qualsiasi “fonte” a conferma di quanto si legge, ma la soluzione forse è tra le righe, relativamente a quel concetto di “beni di lusso”. Già il 27 Ottobre 2011 infatti (ancora in piena “era Berlusconi”) sul Corsera veniva resa pubblica una notizia relativa al nuovo “redditometro“, insieme ad una intervista al presidente dell’ associazione dei veterinari, Dott. Marco Meloni. In breve, l’Agenzia delle Entrate starebbe per introdurre in via sperimentale tra le sette nuove categorie di monitoraggio anche le spese veterinarie per gli animali domestici, in pratica rischiando, di fatto, di trasformare l’amato Fido in un “lusso” capace teoricamente di far scattare qualche “campanello d’allarme” in solerti funzionari a caccia di evasori fiscali.
Su questa base, evidentemente, qualcuno ha voluto (non si sa se per volontà o disattenzione) deformare la notizia, cominciando una campagna fatta di petizioni online, pagine Facebook e passaparola su Twitter ed altrove (abusando anche della sensibilità degli amanti degli animali) il tutto addossando le responsabilità al “signor Monti”. Ma in questi luoghi di aggregazione virtuali, a nessuna richiesta di chiarimenti vengono dati riferimenti precisi o spiegazioni, tanto che alcuni siti sono già corsi ai ripari, rettificando i loro stessi articoli scritti in precedenza.
Per concludere e capire meglio questi fenomeni, basti citare un utente che alla domanda: “Ma perchè condividi se non ne sei sicuro?” ha risposto: “Beh nel dubbio faccio girare“. Non proprio il massimo della logica!