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Esponenti di Pdl e Pd presentano proposte congiunte per la ripresa e lo sviluppo dell’Italia

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Giuseppe Di Spirito

Sarà forse una sorpresa, ma pare che qualcuno tra i politici stia cominciando a prendere sul serio l’idea di una “tregua” e di una collaborazione nell’interesse del Paese, almeno nel breve-medio termine. Nasce così la proposta di un gruppo di parlamentari di varia appartenenza, sia di centrosinistra che di centrodestra, che vede come principali promotori Enrico La Loggia del Pdl, Walter Vitali del Pd, e Linda Lanzillotta del Terzo Polo. Il nocciolo del documento è semplice: bilanciare la riforma previdenziale (che incide in modo significativo sulla vita di quella parte della popolazione un po’ meno fortunata) con l’introduzione di una tassa patrimoniale che fa “sacrificare” soprattutto i ceti più alti e che è stata tenacemente osteggiata da Berlusconi durante il suo governo fino ad oggi.

Come notano tutti i commentatori, infatti, se sulla discussione riguardante la riforma delle pensioni le aperture a sinistra sono incoraggianti, a partire dal Pd fino ad arrivare alla stessa Cgil, così non si può dire del continuo ribadire il “no” a qualsiasi tassazione dei patrimoni da parte della maggioranza del Pdl, o almeno della sua parte più “rumorosa”.

C’è dunque la speranza che si possa ragionare insieme all’insegna del pragmatismo senza permettere al “capobastone” di turno (sia esso a destra o a sinistra) di imporre una linea di pensiero unica, anche quando palesemente ideologica? Forse è ancora presto per dirlo, in ogni caso i deputati chiariscono nei sei punti messi nero su bianco che il ricavato da questa “cura” dovrà essere utilizzato a favore della crescita. Nel dettaglio, c’è accordo quindi sulla riforma delle pensioni di vecchiaia ed anzianità per il calcolo di “tutte le nuove pensioni con il metodo contributivo”, per ottenere detrazioni fiscali che favoriscano l’inserimento dei giovani e le donne lavoratrici e giovani. La patrimoniale proposta è “ordinaria a bassa aliquota sulla ricchezza finanziaria e immobiliare con forme di esenzione per i patrimoni minori“, accompagnata dalla riduzione dell’Irpef, utilizzata quindi per ridurre finalmente le imposte a carico delle famiglie, imprese e lavoratori.

Insieme a questi due “pilastri” c’è anche un programma di incentivi per investimenti privati in infrastrutture e ricerca, la dismissione del patrimonio pubblico infruttoso, tagli di spesa per le pubbliche amministrazioni e la riqualificazione energetica ed ambientale del patrimonio edilizio con particolare attenzione agli investimenti nel settore delle energie rinnovabili.

Un programma ambizioso, costruttivo, apparentemente equo e quindi “serio”. Molto lontano dai pasticci delle “riforme” imposte a colpi di fiducia, molto lontano dalla stagione delle leggi “ad personam” appena passata. Sapranno i due principali partiti raccogliere la sfida che proviene dal loro interno? Ce lo auguriamo.

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Giuseppe Di Spirito