Silvio quanto ci sei costato? Una raccolta di firme per “denunciare” il governo Berlusconi

Grande folla a Milano per una iniziativa alquanto singolare: Radio Popolare e la rivista “Valori hanno lanciato ufficialmente la raccolta di adesioni per la presentazione di un esposto alla Corte dei conti contro l’ex premier Silvio Berlusconi. Una vera e propria “class action” per individuare un eventuale “danno erariale” causato dal governo appena passato e più precisamente, secondo i promotori, l’iniziativa mira ad “identificare in termini giuridicamente fondati le responsabilità di  Berlusconi nell’aggravio della crisi economica e finanziaria del Paese”. Dal generico al particolare, sotto accusa principalmente alcune “ambigue” gestioni di situazioni come la tanto decantata costruzione del ponte sullo stretto di Messina (con annesse penali milionarie) o lo smaltimento dei sottomarini nucleari russi dell’amico Putin.

Andrea Di Stefano, direttore di “Valori”, ci tiene a precisare che non si tratta di una “vendetta” ma solo di richiamare alle proprie responsabilità le Istituzioni e cita l’abolizione completa dell’Ici sulla prima casa nel 2008, “con la crisi già alle porte”, e che ora con tutta probabilità verrà reintrodotta.

Il concetto, se ci si riflette, è giusto: quanto può costare ad un Paese una misura scellerata introdotta solo per attrarre consenso o per interessi personali? E’ giusto che nessuno ne paghi le conseguenze? Il problema di ogni caso specifico, però, è sostenerlo in modo giuridicamente convincente. Intanto, Domenica pomeriggio, presso il Castello Sforzesco sono stati preparati dieci banchetti per la raccolta di firme ed in un solo giorno sono accorse migliaia di persone. Ognuno dice la propria, ma tutti firmano, chi per curiosità, chi per convinzione, chi per ribadire la propria lontananza dal “berlusconismo” che ha appannato l’immagine dell’Italia in tutto il mondo.

“Torniamo ai fondamentali del vecchio Stato liberale: il presidente del Consiglio giura sulla Costituzione, deve agire per il bene del Paese. Se così non fosse, qualora ne derivi un danno erariale, occorre che la Corte dei Conti stabilisca i termini del risarcimento a cui il paese, ovvero tutti noi, abbiamo diritto” commenta Di Stefano. Sulla rete la notizia gira ed in tanti stanno accorrendo sulla pagina facebook di Radio Popolare.

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Qualche polemica non è mancata, a seguito dell’attribuzione  dell’iniziativa anche alla Federconsumatori da parte della stampa. Rosario Trefiletti, presidente nazionale, ha emanato una nota per smentire qualsiasi collaborazione, ritenendo anche che una tale forma di class-action ”e’ irrealizzabile soprattutto da un punto di vista tecnico”.

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