Monti non frena attacchi a borsa e BTp. Berlusconi aveva ragione

Altra giornata di passione quella di ieri a Piazza Affari, i cui indici hanno chiuso in ribasso di quasi cinque punti percentuali e lo spread tra i BTp italiani decennali e i Bund tedeschi è schizzato a 480 punti. Una tensione che non accenna a diminuire sul mercato italiano, ma che dilaga in tutta l’Eurozona, contagiando vistosamente la Francia e intensificandosi in Spagna, laddove pure le elezioni hanno determinato un esito netto e in favore dei popolari, più graditi ai mercati finanziari. Monti è al governo con pieni poteri, ma non pare che ciò stia anche solo minimamente scalfendo gli attacchi speculativi, dato che Piazza Affari ieri si è confermata per l’ennesima volta maglia nera delle borse europee. E allora che cosa succede? Non era forse l’ex premier Berlusconi l’appestato che aveva ridotto in cenere i titoli azionari e fatto deprezzare i nostri titoli di stato, facendone esplodere i rendimenti? Non era forse la sua presunta non credibilità sul piano internazionale a determinare la speculazione contro l’Italia?

Questo ci ha detto la grande stampa nazionale, con un fuoco di sbarramento che proveniva da Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa e Il Sole 24 Ore. Tutti a dimostrare con analisi forbite che il problema era Mr.B.

Peccato per loro che tolto di mezzo l’oggetto delle proprie ire, la situazione non è affatto migliorata. Lo spread rimane inchiodato sugli stessi livelli delle ultime sedute pre-dimissioni, mentre la borsa non solo non ha recuperato, ma ha persino accelerato le perdite, tanto che Berlusconi oggi può permettersi di affermare “Ve lo avevo detto”, senza ricevere risposta dai quotidiani illustri sopra citati. Significa per caso che i mercati non si fidano nemmeno di Mario Monti? Assolutamente no. Non esiste motivo per dubitare delle qualità del Prof. Semplicemente, aveva ragione da vendere – piaccia o meno ammetterlo – l’ex premier, quando affermava che la speculazione era diretta contro “tutta l’Eurozona” e che l’Italia era considerata un antipasto, per via delle sue dimensioni e del debito enorme accumulato negli anni.

Niente fattore B, niente crisi di credibilità dell’esecutivo del centrodestra, ma trattavasi di pura speculazione anti-euro. A meno che Corriere della Sera & Co non si inventeranno che anche Sarkozy rappresenti un fattore di scarsa credibilità per la Francia, così come Zapatero e il nuovo premier in pectore Rajoy per la Spagna. E non dubitiamo che siano anche in grado di scrivere pure questo, pur di non ammettere il “voluto” errore.

 

 

 

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