Finmeccanica è nella bufera, dopo le ultime novità dell’inchiesta giudiziaria, che stanno travolgendo i vertici del gruppo, con gli arresti del direttore vendite di Selex Sistemi Integrati, Manlio Fiore e del responsabile per le relazioni esterne di Finmeccanica, Lorenzo Borbogni.
Nell’inchiesta è coinvolta anche la moglie del presidente Pier Francesco Guarguaglini, Marina Grossi, ad di Selex. Le accuse vanno dal finanziamento illecito ai partiti alla corruzione, passando per la frode fiscale, in relazione ad alcune presunte fatture gonfiate.
Ieri, Il Sole 24 Ore pubblicava alcuni stralci dell’interrogatorio di Borgogni a gennaio, nel quale il manager avrebbe ammesso di avere ricevuto mazzette per 5,6 milioni di euro da parte delle società con cui Finmeccanica fa affari.
Inoltre, dalle sue dichiarazioni risulterebbero alcuni contatti con esponenti politici di vari partiti, tra cui si cita il nome del leader UDC, Pierferdinando Casini, che avrebbero piazzato nel gruppo alcuni loro uomini, grazie alla mediazione del manager. Tuttavia, il legale di Borgogni smentisce che questi abbia provveduto a effettuare operazioni illecite, limitandosi solo nel mettere in relazione i vertici della società con quelli del mondo politico. Lo stesso Casini ha seccamente smentito qualsiasi suo coinvolgimento nella vicenda.
Il titolo ieri ha subito un calo di oltre il 5%, la stessa percentuale recuperata durante la mattinata di oggi. Resta il fatto, però, che dall’inizio del mese, Finmeccanica ha perso in borsa oltre il 30%, sfiorando una quotazione minima poco sopra i 3 euro. Oltre ai guai giudiziari, infatti, anche i risultati della trimestrali risultano negativi, con perdite nei primi nove mesi dell’anno per 324 milioni di euro, contro un attivo nello stesso periodo di 321 milioni.
Malgrado le richieste formali di dimissioni da parte dell’ad del gruppo, Giuseppe Orsi, Marina Grossi non ha rassegnato ieri sera le dimissioni, durante il cda straordinario di Selex, convocato proprio per fare fronte alle ultime vicende giudiziarie.