La Spagna volta pagina. Il centrodestra ha stravinto le elezioni politiche che ieri si sono tenute nel Paese, ottenendo una vittoria schiacciante sui socialisti dello Psoe, al governo dal 2004. Il Partito Popolare di Mariano Rajoy ha ottenuto il 44,5% dei consensi e 186 seggi, mentre i socialisti crollano al 28,6% e a 110 seggi. Poichè i seggi in totale sono 350, la maggioranza assoluta minima richiesta era di 176 seggi, pertanto i popolari potranno contare sulla maggioranza dei seggi senza la necessità di doversi coalizzare con alcun altro partito. Un risultato storico per la destra, il cui trionfo supera nei fatti persino quello di Aznar del 1996 e poi del 2000. Non ci sono stati dubbi. Gli spagnoli hanno virato a destra in modo nettissimo, facendo guadagnare a Rajoy 32 seggi in più dalle scorse politiche del 2008 e facendo perdere ai socialisti 59 seggi. Per il Psoe si tratta del peggiore risultato dalla morte di Franco.
Gli altri partitini dovranno spartirsi 54 seggi, raddoppiando la loro presenza. E, tuttavia, la conquista da parte dei popolari della maggioranza assoluta li rende inutili e non determinanti. La sinistra radicale di Izquierda Unida è passata da 2 a 11 seggi, mentre i socialisti “critici” di Rosa Diez da 1 a 5. Sette i seggi ai nazionalisti radicali baschi di Amaiur, mentre il Partito Nazionale Basco si è fermato a 5.
Il futuro premier Mariano Rajoy, nel festeggiare il risultato elettorale straordinario per il suo partito, ha annunciato che sono in arrivo tempi difficili, invitando tutti a lavorare insieme. In effetti la Spagna che il centrodestra ritrova è del tutto diversa da quella che dovette abbandonare nel 2004, quando il potere passò nelle mani di Zapatero e dello Psoe, che vinsero clamorosamente le elezioni. Sono cinque milioni i disoccupati e il Paese è in ginocchio da un punto di vista sociale, economico e finanziario. Negli ultimissimi giorni, i mercati hanno ripreso di mira i Bonos, il cui spread dai decennali tedeschi si è portato sopra i 500 punti base, il massimo storico in tempi di euro.
Adesso Rajoy dovrà essere in grado di proporre e attuare una ricetta di politica economica che garantisca ai mercati un risanamento veloce dei conti pubblici e rilanci al tempo stesso la crescita. Un compito difficile, ma è per questo che gli spagnoli lo hanno portato al governo a furor di popolo. Non per altro.