Ranieri: “Vogliamo chiudere la qualificazione”

Vigilia di Champions League per l’Inter, già approdata ieri in Turchia in vista della sfida contro il Trabzonspor, una sorta di rivincita per i nerazzurri, beffati a San Siro nella gara d’andata, quando l’allenatore era ancora Gasperini.

Adesso in conferenza stampa c’è Ranieri, che ha collezionato finora tre vittorie consecutive nella massima competizione europea: «Quando sono arrivato – spiega il tecnico – c’era bisogno di riprendere in mano la situazione. I ragazzi si sono impegnati a Mosca, adesso incontriamo una squadra determinata che ha già rimontato contro il Lille».

Insomma, un unico obiettivo. «Siamo preparati per vincere, anche se sappiamo che basterebbe un pari, ma fare calcoli può essere pericoloso per questo dobbiamo approcciare bene e gestire la partita». I turchi sono una squadra pericolosa e Ranieri sa bene che proveranno a dar fastidio perché hanno ancora delle possibilità per qualificarsi. Sul campo si prevede battaglia, ma l’accoglienza da parte dei tifosi del Trabzonspor è stata ottima, ed il mister li ringrazia «Ci hanno accolto con sciarpe e fiori all’aeroporto, sono rimasto sorpreso».
Diverse domande anche sulla formazione, specialmente sui giovani come Coutinho ed Alvarez, che si sono ben comportati sabato sera contro il Cagliari. Ranieri è possibilista sul loro impiego perché «Mi hanno impressionato ma sono ancora giovani e devo vedere come recuperano. Sceglierò con calma chi può mettere in difficoltà gli avversari». Si sofferma poi su Milito, che verrà forse impiegato dopo essersi accomodato in panchina nell’ultima uscita, ma Ranieri lo tiene in alta considerazione in quanto «può dare gol ed esperienza».

Chiusura polemica sul caso Sneijder, infortunatosi nel pre-partita contro il Cagliari e out per almeno 2-3 settimane. Ranieri se la prende soprattutto con la nazionale olandese: «Sono dispiaciuto, Sneijder aveva sofferto di un problemino al polpaccio ma voleva giocare in nazionale. Forse se ci fosse un grosso compenso dietro gli infortuni in nazionale i medici ci penserebbero due volte prima di metterlo in campo».

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