Il 2-1 dell’Olimpico con cui la Roma batte il Lecce nel posticipo della dodicesima di Serie A non spiega affondo la dinamica di una partita dominata per larghi tratti dalla squadra di casa, non solo dal punto di vista del possesso palla (ormai sempre più fluido) ma anche nel numero di occasioni.
Luis Enrique vuole una squadra affamata di vittorie e la sua Roma non lo delude. In campo vanno Bojan, Osvaldo e Lamela con Pjanic a centrocampo e Totti che si rivede in panchina dopo l’infortunio. Di Francesco schiera un Lecce assai prudente nell’atteggiamento più che negli uomini, perché Cuadrado, Bertolacci e Olivera schierati dietro Corvia potrebbero garantire delle chance offensive.
Gli esterni pugliesi sono però costretti a restare bassi, perché Taddei e Rosi giocano altissimi sulla linea degli attaccanti, costringendo il Lecce a far muro davanti alla propria area di rigore. Per oltrepassare il fortino serve una grande giocata di Taddei che, servito da un passaggio al bacio di De Rossi, mette in mezzo per il rimorchio di Pjanic, che da due passi porta la Roma in vantaggio al 25′.
Passano nemmeno cinque minuti e la storia si ripete: stavolta tocca a Lamela accendersi e guadagnarsi il fondo, mettere la palla rasoterra dove Bojan arriva ma liscia clamorosamente il pallone a venti centimetri dalla porta. Il Lecce prova a mettere il naso nella metà campo romanista, ma l’unico risultato sono gli spazi in contropiede lasciati ad Osvaldo, che non riesce ad anticipare Julio Sergio in uscita al limite dell’area.
Dopo l’intervallo il copione è lo stesso, con la Roma che anestetizza il gioco con il possesso palla e trova il raddoppio al 54′ con un bel destro da fuori area di Gago. La partita sembra ormai in ghiaccio, il Lecce lascia sempre più spazio e per poco Lamela non ne approfitta: gran controllo in area ma tiro troppo angolato da pochi passi. E così, quasi in modo estemporaneo, i pugliesi riaprono la partita con Bertolacci (in prestito proprio dalla Roma) che raccoglie una bella palla filtrante di Grossmuller e supera Stekelenburg con il tocco morbido che vale il 2-1.
Il Lecce prende coraggio e ci prova, Cuadrado per poco non sfiora il clamoroso pareggio con un bel diagonale, ma la Roma sale di nuovo in cattedra e solo il guardalinee nega ad Osvaldo la gioia di un gol strepitoso, una rovesciata degna della copertina dell’album Panini, annullata per un fuorigioco che in realtà non c’era.
Grande soddisfazione per la Roma, che guadagna tre punti importanti e balza al quinto posto, mostrando un gioco finalmente fluido ed a tratti spettacolare che poteva portare ad un punteggio più rotondo. A parte una decina di minuti nella ripresa, il Lecce ha fatto troppo poco per poterne uscire con un risultato positivo.