E’ oramai di lungo corso, nel settore della distribuzione dei carburanti, quell’andamento per cui a poco a poco il prezzo del gasolio alla pompa, centesimo dopo centesimo, si sta allineando al prezzo della benzina. Per il diesel siamo infatti arrivati in queste ore al prezzo record di 1,58 euro circa al litro, con la conseguenza che c’è da attendersi, a causa dell’aumento dei costi di trasporto, un effetto valanga sui prezzi finali ed in particolar modo sui generi alimentari. A stimarlo è stata l’Organizzazione degli agricoltori della Coldiretti che, non a caso, ha sottolineato come il nostro Paese da questo punto di vista sia fortemente penalizzato visto che quasi il 90% del trasporto commerciale è su gomma. Questo significa che ad ogni aumento del carburante aumentano i costi di trasporto e quelli della logistica che poi inesorabilmente si vanno a trasferire sui prezzi al dettaglio.
Ma i costi aumentano anche nelle campagne, a carico degli agricoltori, stimati dalla Coldiretti in 250 milioni di euro in più dall’inizio dell’anno solo per effetto dei rincari. Le maggiori spese, in particolare, riguardano i costi per l’essiccazione dei foraggi, e per il riscaldamento dei locali come le stalle e le serre per le coltivazioni di fiori ed ortaggi.
La dipendenza dal petrolio si può comunque contrastare scegliendo le produzioni locali e rigorosamente made in Italy rispetto ai prodotti alimentari importati; questi ultimi, infatti, prima di arrivare sulle nostre tavole spesso viaggiano per migliaia di chilometri bruciando tonnellate di petrolio ed emettendo allo stesso modo tonnellate di anidride carbonica (CO2).