Il tè deteinato è disponibile in commercio dal 1980. Si tratterebbe di una soluzione per chi non vuole assumere teina, una sostanza simile (se non uguale nella sua composizione chimica) alla caffeina. Nel mondo sono usati tre metodi di deteinazione e molti si chiedono quale sia quello migliore dal punto di vista della salute.
Biossido di carbonio: é un solvente biologico, economico e facile da eliminare dal prodotto dopo il processo di deteinazione. Se assunto in quantità minime è innocuo da un punto di vista fisiologico.
Cloruro di metilene: usato nella decaffeinazione del tè e del caffè, facilmente eliminabile dal prodotto dopo il processo. Esiste un minimo legale e negli Stati Uniti esiste il bando delle importazioni di prodotti contenenti questa sostanza.
Acetato etilico: è un prodotto difficile da eliminare dal prodotto dopo la deteinazione. Nel tè ci sono tracce di questa sostanza allo stato naturale e per tale ragione alcuni lo reputano il migliore.
Come bevitrice di tè consiglio, laddove non sopportiate l’assunzione di grandi quantità di teina, di acquistare quei tipi di tè che ne possiedono una quantità minima piuttosto che acquistare il tè deteinato. Si può pensare, ad esempio, al tè verde giapponese bancha bevuto in Giappone dagli anziani e dai bambini, oppure al particolare tè verde giapponese hojicha.
In alternativa, se proprio non volete rinunciare al gusto e ai profumi di alcuni tipi di tè, potreste buttare via la prima infusione che contiene un alta concentrazione di teina e berne la seconda. Questo discorso è valido per tè di media e alta qualità in foglie.