Il presidente americano Barack Obama e il premier cinese Wen Jiabao si sono incontrati a Bali, dove è in corso il sesto vertice dell’Asean. Il breve vertice è stato una sorpresa per la stampa, annunciato solo 40 minuti prima del suo inizio.
L’incontro tra i due è stato un’occasione per un faccia a faccia, nel bel mezzo di tensioni non indifferenti tra Cina e USA sull’accordo appena raggiunto tra Obama e gli stati del Pacifico aderenti all’Aipec, che crea una vasta area di libero scambio, in grado di contenere la potenza militare e commerciale cinese.
All’accordo partecipano sia stati del Nord che del Sud America, oltre che dell’Oceania e del Sud Asia. Pechino si è molto irritata, sostenendo che si tratti di un tentativo degli americani di ostentare un primato anche per il secolo presente, che i cinesi ritengono già loro.
Ma a dividere USA e Cina ci sono anche le pressioni della Casa Bianca per una rivalutazione forte dello yuan, che causerebbe uno squilibrio globale, alla base della recente crisi dei mercati. I cinesi rimandano al mittente l’accusa, sostenendo di avere già fatto abbastanza e che sia Washington a determinare squilibri con la leva del debito pubblico e di quello privato, retti da politiche monetarie lassiste.
La strategia di Obama è il dominio sul Pacifico e lo ha ribadito anche a Bali, sostenendo che l’America è una potenza del Pacifico e che rafforzerà gli scambi con gli altri stati dell’area.
La ragione dello sguardo ad Ovest consiste nei tassi potenzialmente altissimi di crescita negli interscambi commerciali, a beneficio dell’occupazione USA e della sua bilancia commerciale, cronicamente in deficit.
Solo nel 2010, gli USA hanno avuto un disavanzo commerciale di 500 miliardi di dollari, mentre la Cina ha ottenuto un avanzo di 210 miliardi.