Proprio mentre ci si avvicina al giorno delle elezioni anticipate, i mercati stanno dirigendo la loro sfiducia sui titoli di stato spagnoli, con lo spread tra i Bonos decennali e i Bund tedeschi che ieri è esploso a oltre 500 punti base, scavalcando quello italiano, come ormai non accadeva da diversi mesi. La situazione è molto grave, con Madrid che ormai offre rendimenti sui titoli a dieci anni intorno al 7%, che viene considerata la soglia massima, oltre la quale si rischia la non sostenibilità del rifinanziamento del debito. E ieri il candidato premier per il Partito Popolare, Mariano Rajoy, ha smentito che il premier uscente Zapatero chiederà aiuti all’Europa prima di Natale, secondo un accordo segreto tra i due. Al contrario, Rajoy, che quasi certamente domani sarà incoronato premier da una valanga di voti, si appella ai mercati e chiede che gli si dia un minimo di tregua nel caso vincerà le elezioni. Chiede un po’ di fiducia, il tempo per attuare alcune misure.
Non fa sconti Rajoy a Zapatero e ai socialisti quando afferma che nessuno prima in Spagna parlava di “spread”, mentre a causa di questo governo uscente, oggi è sulla bocca di tutti.
Il suo sfidante, Alfredo Perez Rubalcaba, fa appello agli elettori di sinistra e al voto utile, invitando tutti coloro che si oppongono alla destra di votare socialista per evitare che i Popolari abbiano uno strapotere assoluto. Il timore di Rubalcaba è che domani sera per lui si materializzi quella batosta storica che da mesi e senza tentennamenti tutti i sondaggi indicano, con i popolari che otterrebbero da soli la maggioranza assoluta dei seggi. Lo sanno benissimo i socialisti, come dimostra la sfiducia anche un pò ingenua che trapela dalle parole del numero due dello Psoe, Pepe Blanco, che afferma di volere collaborare con la nuova maggioranza da lunedì in poi. Una gaffe, forse, che mostra con quanta sfiducia i socialisti guardano al voto di domani, ritenendosi già sconfitti senza nemmeno attendere che si aprano i seggi.
Rajoy al suo ultimo comizio di ieri ha promesso di dare il meglio di sè per il Paese e al quotidiano italiano “Il Giornale”, in un’intervista di due giorni fa, aveva espresso la convinzione che solo la destra possa creare posti di lavoro. Lo speriamo per gli spagnoli. Il “segreto” del suo molto probabile successo è dato dalla fame di lavoro di un popolo che vive la crisi più drammatica degli ultimi quaranta anni.