Fini annuncia l’abolizione dei vitalizi parlamentari ma non tutti sono entusiasti

Dopo l’ondata di indignazione “anticasta” che ha caratterizzato gli ultimi mesi, quasi tutti i leader di partito si dicono favorevoli alla riduzione dei costi della politica. Dopo l’annuncio del neo-presidente del Consiglio Mario Monti, arriva dal congresso del “Terzo Polo” a Verona una serie di dichiarazioni che producono una discreta “agitazione” nell’ambiente. Sotto tiro in particolare i cosiddetti “vitalizi” dei parlamentari, in pratica nient’altro che “pensioni” con diversa denominazione. Gianfranco Fini, come presidente della Camera, porta l’affondo: “Non e’ la politica che costa, sono gli apparati, gli enti e i parlamentari a incidere. In questi 18 mesi, accanto alle riforme del Governo, le Camere dovranno intervenire per dare l’esempio” annunciando così l’abolizione del vitalizio per gli ex parlamentari.

Pieno appoggio da Pier Ferdinando Casini, che ribadisce il concetto di trasformare anche queste “pensioni” privilegiate, adeguandole al metodo “contributivo”, in pratica come già anticipato dal premier Monti nel suo discorso programmatico. “Noi politici siamo chiamati a dare l’esempio prima di tutto con i vitalizi perche’ non e’ possibile che uno che e’ stato alla Camera un anno solo possa continuare ad avere un vitalizio per sempre” ha rilanciato il segretario dell’Udc.

Lucio Malan, del Pdl, interviene per annunciare che anche il Senato si adeguerà al nuovo corso “superando il sistema attuale dei vitalizi” ma preservando i diritti acquisiti, mentre Italia dei Valori rivendica la “paternità” delle proposte di legge, già presentate in passato ma non approvate: “Prendiamo atto che qualcun altro vuole mettere il cappello sopra ad un nostro ddl, l’importante e’ che ora lo porti a termine” ha dichiarato Antonio Di Pietro. Voce sostanzialmente controcorrente quella di Gerardo Bianco, parlamentare “storico” della Democrazia Cristiana, ora presidente dell’Associazione degli ex parlamentari. Per l’ex DC la situazione non è ben chiara,  tanto da ritenere che l’abolizione del vitalizio “intaccherebbe un principio costituzionale”: “Chi rappresenta la nazione fa un lavoro che non e’ assimilabile ad altro impiego, ed e’ per questo che la Carta prevede esplicitamente l’indennità, la cui conseguenza e’ il vitalizio”.

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Nella discussione interviene anche il capogruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri, con dichiarazioni non molto comprensibili, almeno per il momento, parlando di “pubblicità ingannevole” ed addirittura di una “presa in giro”: “Noi siamo pronti a svelare i giochi dei finti moralizzatori, che rullano i tamburi e passano alla cassa, illusi di prendere per il naso i cittadini“.

A questo punto ci sarebbe davvero da capire che cosa intende, se c’è qualcosa di vero probabilmente lo scopriremo presto.

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