SOS “zebre”. A suonare l’allarme non è però il WWF. La specie in via di estinzione sono le strisce pedonali. In Inghilterra, proprio lì dove sono nate ben 60 anni fa, rischiano di scomparire. Era il 31 ottobre 1951 quando a causa dell’impennata delle vittime della strada dovuto al boom economico nacquero a Slough, nel Berkshire, in Inghilterra, lo stesso paese che ora le condanna a morte o meglio alla cancellazione, decidendo di non ridipingerle più. Verranno sostituite da semafori, dossi, lampeggianti e avvisi sonori che già dilagano ovunque.
Quelle isole bianche in mezzo alla strada in cui si sfreccia e si va di corsa sono inutili, un vero e proprio intralcio. “Le strisce sono considerate inferiori rispetto al rosso”, ha constatato il capo della sicurezza stradale Andrew Hammond secondo cui ”nelle città e nei villaggi del Regno i residenti premono perchè si passi dalle strisce ai semafori. Di qui la decisione di farle “decadere”.
Ma non solo le strisce non servono più, ma secondo l’Inghilterra sarrebbero pericolose e addiritttura letali. Lo dimostrano numerose ricerche elaborate in numerose paesi. Quella del governo neozelandese tempo fa descriveva le strisce come catalizzatori di incidenti: secondo l’indagine queste aumenterebbero il rischio di investimento del 28 per cento rispetto all’attraversamento spontaneo per l’illusione di tutela concessa al pedone.
La conferma arriva anche dai numeri. Secondo un’indagine di Eurotest il nostro Paese si piazza al secondo posto nella classifica dei paesi in cui le strisce mietono più vittime, battuto solo dalla Norvegia. Dunque, strisce addio. Ma attenzione, per le strisce rese famose nel 1969 dai Beatles, immortalate con la copertina dell’album Abbey Road non c’è pericolo: sono ormai diventate un monumento nazionale, meta di pellegrinaggio.