Ancora una volta il territorio dell’orso bruno marsicano è andato a sovrapporsi con quello dell’uomo. Un altro incontro si è verificato all’interno del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Stavolta è accaduto sulle montagne fra Scanno e l’Altopiano delle Cinquemiglia.
Un pastore è con il suo gregge di pecore, quando improvvisamente si accorge dell’orso. Impaurito, si rifugia in un ovile e chiama aiuto. Il soccorso da parte di altri pastori vicini arriva immediatamente e l’orso viene messo in fuga con l’ausilio di cani e petardi.
Da qui la notizia che ha messo in allarme tutta la comunità locale, le autorità del parco e perfino il WWF: pastore aggredito da un orso.
La convivenza tra l’orso e l’uomo in queste zone è sempre stata particolarmente difficile e sempre più complesso è il lavoro dei volontari che cercano di sensibilizzare le vecchie e le nuove generazioni affinché capiscano che l’orso è una risorsa e non un pericolo. Tali inutili allarmismi non fanno che peggiorare la situazione, inutili perché non si ricordano aggressioni da parte degli orsi e nella maggior parte dei casi in cui questi ultimi si sono incontrati con gli uomini, sono stati gli orsi ad avere la peggio.
A placare gli animi è intervenuto il dirigente della Forestale di Castel di Sangro, Tiziana Altea, la quale ha affermato: “Lo stesso allevatore, da noi contattato, ha smentito ogni presunta aggressione. Bisogna evitare inutili allarmismi poiché ogni buon orso marsicano invece di correre appresso ai pastori si lancerebbe verso le pecore”.
Anche il WWF è intervenuto sulla questione. Massimiliano Rocco, responsabile del progetto Life Arctos, un nuovo progetto a tutela dei grossi predatori, dichiara: “Quanto dichiarato dal signor Nunzio Marcelli (il pastore in questione) è di una gravità assoluta, poiché il suo racconto differisce dai fatti conosciuti dalle autorità competenti e può costituire un procurato allarme, proprio nel momento in cui sta prendendo avvio la nuova fase del progetto Life Arctos per lo sviluppo di azioni di coesistenza tra i grandi predatori, come orsi e lupi, e le attività agro-silvo-pastorali”.
Per oggi è previsto il sopralluogo da parte della Forestale, la quale invierà, poi, la relazione al dipartimento di Biologia dell’Animale e dell’Uomo dell’università la Sapienza di Roma che dal 2010 cura il progetto europeo sopra citato.