Continuano a crescere su base annua gli investimenti diretti dall’estero in Cina, che ammontano a 8,33 miliardi nel mese di ottobre, l’8,75% in più sullo stesso mese del 2010. Tuttavia, su base mensile, vi è stato un decremento, visto che a settembre gli IDE erano stati di 9,05 miliardi. Nei primi dieci mesi del 2010, la Cina ha attirato nuovi IDE per 95 miliardi, in crescita del 15,86% sullo stesso periodo dell’anno precedente, mentre nei primi nove mesi il dato era positivo per il 16,6%, confermando la variazione congiunturale negativa di ottobre.
I dati suggeriscono che la Cina resta l’unica area del mondo a così forte attrazione di nuovi capitali, pur in un contesto internazionale così difficile. L’Europa mostra una crescita molto debole, mentre gli USA addirittura registrano un calo.
I dati cinesi indicano anche l’apertura di nuove 22.368 imprese nel Paese con capitali stranieri, pari al 5,6% in più sui primi dieci mesi del 2010.
Stoccata di Obama, che al vertice del Pacifico ha voluto ancora una volta rimarcare che la Cina non avrebbe fatto abbastanza per rivalutare lo yuan, il che è alla base degli squilibri globali.
E la sfida tra Cina e USA è anche e soprattutto sulla leadership nel Pacifico, con la volontà degli americani di primeggiare, attraverso la creazione di una Trans-Pacific-Partnership, un’alleanza commerciale, che unirebbe le due Americhe e gli stati oceanici e del Sud Est dell’Asia, ma che ha esacerbato gli animi a Pechino, dove si parla di voglia degli americani di continuare a sentirsi importanti, tentando di scalfire la supremazia dell’alleanza commerciale tra Cina e Sud Est asiatico.