Stamane, la BCE ha assegnato 552 milioni di euro tramite asta, per un’operazione di rifinanziamento per le banche, espressa in dollari USA, e con scadenza a 8 giorni. Le richieste sono provenute per poco oltre 500 milioni di dollari da due banche e il rifinanziamento a rubinetto è avvenuto al tasso fisso dell’1,08% e con un tasso di cambio euro/dollaro di 1,3466.
Sempre secondo la BCE, inoltre, salgono i depositi overnight presso i suoi sportelli da parte delle banche dell’Eurozona. Ieri sera, essi ammontavano a 189,827 miliardi, contro i 177,237 della sera precedente. Allo stesso tempo, sono salite le richieste di prestiti marginali, pari ieri a 3,728 miliardi contro i 2,042 miliardi del lunedì.
Questa situazione complessiva indica che le banche preferiscono, quando possono, parcheggiare liquidità in eccesso presso la BCE, pur in presenza di una remunerazione molto più bassa dei tassi interbancari, a causa dei possibili timori di trovarsi esposte in situazioni a rischio e per contro sono poche le banche che preferiscono richiedere denaro sul mercato alle altre banche, in quanto temono di mostrarsi illiquide o persino insolvibili, anche quando ciò non fosse vero.
E, intanto, a Bruxelles cresce il dibattito sulla fisionomia della BCE, che alcuni vorrebbero funzionasse come prestatore di ultima istanza, nella convinzione che solo un intervento diretto di Francoforte possa arrestare la speculazione in atto contro l’Eurozona. Viceversa, i tedeschi sono profondamente contrari a tale ipotesi, convinti che la BCE debba limitarsi alla salvaguardia della stabilità dei prezzi.
Il cancelliere Angela Merkel ha ribadito il suo no all’ipotesi di emissione di Eurobond, al congresso federale a Lipsia del suo partito, la CDU.