Anche se formalmente ancora premier dimissionario in carica, Silvio Berlusconi ha di fatto dovuto passare ieri il testimone a Mario Monti, che ha ottenuto dal presidente Napolitano l’incarico di formare il nuovo governo, dopo una giornata fittissima di consultazioni con i presidenti di Camera e Senato, gli ex capi di stato e i leader di tutti i gruppi parlamentari. Un iter a tappe forzate, per arrivare alla formazione di un nuovo governo al più presto e in tempi record. Ma se già ieri sera ci si attendeva la presentazione della lista dei ministri, cosa inconsueta dal Dopoguerra ad oggi, è lo stesso Napolitano a chiarire alla stampa che queste sarebbero solo state indiscrezioni infondate, perchè certi tempi e determinate tappe vanno sempre e comunque rispettati. Ma mentre i suoi uomini salivano al Colle per chiarire al capo dello stato che il PDL garantirà la sua fiducia a Monti a certe condizioni, il premier uscente registrava un messaggio video, in cui ha voluto fare a tutti gli italiani il punto di quanto accaduto negli ultimi mesi.
Visibilmente emozionato e rattristato, Berlusconi ha chiarito che il suo governo ha cercato di affrontare l’emergenza della crisi nel migliore modo possibile e che il suo passo indietro è stato un atto di responsabilità e generosità per l’Italia, non compreso da quanti la sera prima si erano radunati davanti a Palazzo Grazioli e al Quirinale per contestarlo.
Ma rivolgendosi ai suoi numerosi elettori, il premier ha ribadito che il suo impegno non diminuirà, nè che egli intende lasciare la politica. Al contrario, il suo amore per l’Italia lo spingerà da oggi a raddoppiare in Parlamento il suo sforzo per il bene del Paese. Dunque, Silvio non molla. Intende fare l’azionista di maggioranza nel governo che sarà, facendo valere il peso specifico del suo PDL, che con la Lega – ha continuato – è ancora maggioranza al Senato. Monti avvisato. Nessuna delega in bianco, come hanno già chiarito Alfano, Gasparri e Cicchitto a Napolitano. Niente patrimoniale.
Berlusconi ieri ha chiuso poi il suo messaggio confermando le ragioni della sua discesa in campo nel 1994, in favore della libertà e del benessere per l’Italia. Ha così riletto le prime parole del suo primo video-messaggio di oltre diciassette anni fa, quando guardando la telecamera e con dietro una libreria, seduto a una scrivania, disse: “L’Italia è il Paese che amo. E’ il Paese in cui mio padre e mia madre mi hanno fatto nascere, crescere e studiare…”. Ha ripercorso , insomma, le tappe dei suoi quasi 18 anni in politica, ma volendo comunicare la sensazione che il suo ciclo non si è ancora concluso. Che intende rilanciare.