Omicidio Claps: a Restivo, già ergastolano, altri 30 anni

Sentenza di primo grado giunta ieri pomeriggio dopo cinque ore di consiglio: a Danilo Restivo, unico indagato per l’omicidio di Elisa Claps, studentessa potentina scomparsa una domenica di settembre nel 1993 e ritrovata cadavere solo nel marzo del 2010, il gup del tribunale di Salerno, Elisabetta Boccassini, infligge 30 anni, il massimo della pena in rito abbreviato per una condanna che altrimenti, con rito ordinario, sarebbe corrisposta ad un ergastolo. E sarebbe stato il secondo per l’imputato, che già sconta l’ergastolo in un carcere inglese (e per questo non era presente alla lettura della sentenza in Italia) per l‘omicidio, avvenuto nel 2002, della sarta Haether Barnett, sua vicina di casa.

Il caso – Elisa Claps, 16 anni, studentessa al liceo classico, scompare il 12 settembre 1993. Secondo la ricostruzione delle ultime ore, era uscita di casa per recarsi nella Chiesa della Santissima Trinità, nel centro storico di Potenza, dove aveva un appuntamento. Si appura che la persona che Elisa doveva incontrare è Danilo Restivo, anche ultimo ad averla vista. I sospetti si focalizzano immediatamente su di lui, ragazzo all’epoca 21enne dalla personalità inquietante, di cui si sa che s’invaghisce di ragazze che poi importuna con telefonate mute o durante le quali fa suonare dei brani musicali. E’ anche un feticista: cammina con un paio di forbici per tagliare di nascosto ciocche di capelli alle donne .

Il giorno in cui Elisa sparisce nel nulla, inoltre, Danilo si presenta al pronto soccorso per farsi medicare una ferita alla mano che spiega come provocata da una caduta. Il suo giubbino è sporco di sangue e la ferita sembra piuttosto provocata da una lama. Inoltre non riesce a chiarire agli inquirenti dove sia stato subito dopo l’incontro con Elisa. Ma Elisa sembra inghiottita dal nulla. Di lei nessuna traccia per ben 17 anni. Una parte del mistero è svelato il 17 marzo 2010: Elisa è morta e il suo cadavere viene ritrovato nel sottotetto della chiesa, dove un operaio stava effettuando lavori di sistemazione del tetto. L’autopsia stabilirà che la vittima ha ricevuto 13 coltellate, ma lo stato di decomposizione del cadavere non consentirà di stabilire se abbia subito prima violenza.

I dubbi e le ombre sul clero potentino – Tutti gli indizi portano a Danilo Restivo: sulla maglia che indossava Elisa si rinviene traccia del suo dna e a fianco al cadavere una ciocca recisa dai capelli della vittima, particolare che sembra portare proprio la firma di Danilo. Ma le circostanze del ritrovamento del cadavere si tingono di un nuovo giallo che sembra indicare negli ecclesiastici della Santissima Trinità, in particolare nel parroco Don Sabia, poi deceduto, un fronte di omertà e di complicità che sembrerebbe non meno colpevole di Danilo Restivo. Si apprende infatti che il cadavere della ragazza sarebbe stato rinvenuto prima del 17 marzo, tra gennaio e febbraio 2o10, dal viceparroco della Trinità, don Wagno, e che lo stesso avrebbe cercato di avvisare il vescovo, monsign.  Agostino Superbo, senza però riuscirvi; l’episodio gli sarebbe poi sfuggito di mente (???!!!).

L’ombra rimane fitta.

 

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