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Berlusconi si dimette: festa in piazza

Published by
Bruno De Santis

Ore 21.42, si scrive la parola fine sull’era Berlusconi: il presidente del Consiglio rassegna le proprie dimissioni al presidente della Repubblica, Napolitano. Come promesso una settimana fa, dopo l’approvazione della Legge di stabilità, l’uomo che per quasi 20 anni ha tenuto in mano il potere in Italia è salito al Quirinale per rimettere il mandato nella mani del Capo dello Stato. Esito scontato di una giornata che di scontato non ha avuto nulla: per tutto il giorno, infatti, si sono succeduti riunioni e incontri soprattutto incentrati sul dopo Berlusconi.

È  ora proprio su composizione, programma e durata del (probabile) governo Monti che si concentrerà l’attenzione del mondo politico italiano: sembra, infatti, che il Pdl ponga delle condizioni molto stringenti per dire sì all’esecutivo dell’economista. Un governo che secondo il partito dell’ormai ex premier dovrebbe avere al proprio interno Gianni Letta, puntare a mettere in atto i provvedimenti contenuti nella ormai famosa lettera all’Unione Europea ed essere a tempo: queste le condizioni principali per far sì che il Pdl appoggi Monti, oltre al fatto che l’ex commissario Ue non dovrebbe candidarsi alle proprie elezioni.

Condizioni che difficilmente potranno essere accettate dai partiti di opposizione: Di Pietro e Bersani già hanno detto no all’ipotesi di Letta come vicepresidente, mentre Futuro e Libertà ha messo in chiaro che il governo Monti non potrà che durare fino al termine naturale della legislatura. Più chiarezza si avrà a partire da domani, quando al Quirinale si terranno le consultazioni che, secondo calendario, termineranno già in giornata con l’incontro con la rappresentanza parlamentare del Pdl previsto per le 17.15.  Napolitano vuole fare in fretta per nominare Mario Monti già nella serata di domani, in modo che lunedì alla riapertura dei mercati si abbia una situazione già chiara e ben delineata.

Ma le dimissioni di Berlusconi hanno avuto effetti non solo sulla situazione politica italiana: la giornata è stata, infatti, segnata da manifestazioni spontanee che si sono tenute davanti ai palazzi del potere. Fuori Palazzo Grazioli si sono radunate un centinaio di persone che hanno contestato Berlusconi e i leader del Pdl, ricevendo in cambio qualche gestaccio da parte di Formigoni. Ma è al Quirinale che si è concentrata la maggioranza delle persone: fin dal primo pomeriggio sono cominciati a radunarsi decine di manifestanti che hanno “vegliato” la casa del Presidente della Repubblica in attesa delle dimissioni del (ex) premier. Una folla che si è ingrossata con il passar del tempo e che è esplosa in una vera e proprio festa con bottiglie di champagne e trenini all’annuncio ufficiale dato dal Quirinale: per qualcuno oggi è il giorno in cui finisce un’era politica, per altri è il sabato della liberazione.

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Bruno De Santis