Mancano quattro giorni alla riunione del prossimo cda di Unicredit e già trapelano indiscrezioni interessanti sul futuro dell’unica banca di sistema italiana, secondo il Financial Stability Board.
La Banca d’Italia ha appena fatto sapere che il bond Cashes di 3 miliardi emesso nel 2009 potrà essere considerato capitale all’80%, pertanto, potrà ridursi di 2,4 miliardi il fabbisogno di ricapitalizzazione, che Unicredit ha, sulla base di quanto richiesto da Eba e Fsb.
Sono 7,39 miliardi il valore dei nuovi capitali richiesti dall’autorità di vigilanza europea sulle banche, per adempiere all’obiettivo di un Core Tier1 minimo del 9%. Sette sarebbero sempre i miliardi richiesti a Unicredit dall’Fsb, in qualità di banca di sistema, con la previsione, quindi, di un plus di capitali dell’1% circa (ma sono indiscrezioni) sugli attivi.
Tuttavia, malgrado Piazza Cordusio necessiterebbe di meno di 5 miliardi, sulla base della decisione di Bankitalia, il cda dovrebbe varare lo stesso un aumento di capitale di 7,5 miliardi, persino maggiore alla forbice 5-7 miliardi di cui si è parlato nei giorni scorsi. L’obiettivo della banca, infatti, sarebbe di raggiungere un Core Tier1 minimo del 10%, diventando una delle banche più solide di Europa per patrimonio.
L’aumento di capitale dovrebbe avvenire cash e soddisfare anche le esigenze del nuovo piano industriale, che prevede il rafforzamento delle attività di Unicredit nei Paesi dell’Est Europa.
Sempre al cda del 14 novembre si dovrebbero anche esitare i conti del terzo trimestre del 2011, che mostrerebbero un utile di soli 6 milioni di euro, malgrado l’utile netto dell’intero anno dovrebbe attestarsi intorno a una media di 1,9 miliardi, secondo il consensus.