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Silvio lascia, si prepara Alfano. Elezioni forse a febbraio

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Giuseppe Timpone

E’ ufficiale. Il presidente del consiglio Silvio Berlusconi ha annunciato che si dimetterà dopo l’approvazione della legge di stabilità. La notizia giunge da una nota ufficiale del Quirinale, al termine dell’incontro tra il premier e il capo dello stato, iniziato ieri sera alle ore 18.30, dopo una convulsa giornata politica, conclusasi con l’approvazione del Rendiconto alla Camera con soli 308 voti di maggioranza.

Ma è lo stesso Berlusconi, intervenuto in collegamento telefonico al TG5, che ha chiarito di volersi dimettere, in quanto ha preso atto di non avere i numeri sufficienti per governare. Non parla del dopo, per rispetto delle prerogative di Napolitano, precisa, ma dice subito quel che pensa, cioè che si vada a nuove elezioni. E lo scenario che sembra aprirsi sarebbe quello di un nuovo governo a scadenza breve, guidato dal segretario del PDL, Angelino Alfano, che così guiderebbe il centrodestra verso le urne anticipate, magari già a febbraio. E in ogni caso, la prospettiva sarebbe di mettere Alfano come candidato premier, che potrebbe anche farcela e vincere le elezioni, specie se avrà la capacità di riunire intorno a sè anche i centristi, che verso la sua persona non hanno mai avuto alcuna obiezione, tanto da indicarlo come sostituto di Berlusconi al governo.

Alla fine, quindi, sono otto i “traditori” che hanno pugnalato il premier. E ciò che fa più male al capo del governo, come egli stesso afferma in un’intervista a La Stampa di oggi è che a tradirlo siano state persone che avevano ricevuto tanto da lui. Come Gabriella Carlucci, di cui il premier non vuole nemmeno sentire parlare, tanto gli fa ancora male il suo addio. O Antonione, che aveva ottenuto praticamente tutta la sua fortuna politica da lui.

Ma l’Italia è il Paese di Giulio Cesare e Bruto, dell’ “anche tu, figlio mio?”. E lo sa benissimo ora anche Silvio, che non avendo avuto alle spalle una carriera da politico, pensava ancora che la riconoscenza fosse un sentimento possibile anche in politica. Ma come disse qualcuno, la riconoscenza è solo l’attesa di nuovi favori. Qualcuno spera ancora che sia lui a ricandidarsi alle prossime politiche, ma molto probabilmente sarà il padre nobile del centrodestra, che guiderà la campagna elettorale dietro le quinte, lasciando che sia Alfano a fare il suo successore.

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Giuseppe Timpone