08 Novembre 2011: termina ufficialmente il Berlusconismo in Italia

Oggi, 8 Novembre 2011, poco dopo le 16, la Camera dei Deputati sancisce definitivamente la fine della carriera politica di Silvio Berlusconi e probabilmente del Berlusconismo in Italia. Conoscendo l’accanimento ingiustificato del Premier, le sue dimissioni forse non sono scontate al 100% neanche stavolta, ma ormai anche la minoranza che lo sostiene chiede a gran voce un suo passo indietro.

Davanti a dei numeri così eloquenti, 308 sì contro 321 astenuti (le Opposizioni hanno scelto di non votare no, perché oggi si approvava il rendiconto finanziario dello Stato e sarebbe stato gravissimo non farlo passare), è chiaro che il Governo, oltre a non avere da tempo una maggioranza di consensi tra i cittadini, ora non ce l’ha più neanche tra i Parlamentari e quindi nei prossimi giorni le forze politiche, con il consiglio e  la guida del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, decideranno il da farsi (per la precisione i voti totali a favore di Berlusconi sarebbero dovuti essere 309, ma l’onorevole Malgieri è arrivato in Aula soltanto alcuni secondi dopo il termine della votazione).

Fermo restando che la situazione dei mercati, del Paese, i problemi dei cittadini, il debito pubblico sempre più insostenibile, impongono in modo inequivocabile ai politici, almeno a quelli dei partiti principali, a prescindere dal loro colore politico, di dare vita ad un governo di larghe intese che legiferi per un anno sulle misure urgenti da attuare. Entrare in campagna elettorale ora, infatti, con l’asprezza dei toni utilizzata in Italia, soprattutto in momenti difficili come questo, farebbe perdere altro tempo ed altri soldi ai cittadini, olte che credibilità al Paese, stavolta facendo imboccare all’Italia una strada dal punto di vista economico senza ritorno.

Noi invece nei prossimi giorni cercheremo con un editoriale di raccontare chi è stato il Berlusconi politico, che negli ultimi 17 anni e mezzo ha assunto il ruolo di Presidente del Consiglio per 10 e mezzo di questi, diventando quindi protagonista assoluto, nel bene o nel male, della vita politica italiana.

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