Berlusconi va alla sfida finale: “Voglio vedere in faccia chi mi tradisce”

Non arretra di un passo: Silvio Berlusconi va allo scontro finale. Il premier non intende dimettersi e sfida i dissidenti interni al Pdl: “Domani si voterà il rendiconto generale e poi metterò la fiducia sulla lettera presentata all’Europa: voglio guardare in faccia chi mi tradisce”. Queste le parole con il quale il presidente del Consiglio, dalle pagine di Libero, annuncia la battaglia finale. Giornata convulsa quella di oggi dove si sono susseguite le voci sulle possibili dimissioni di Berlusconi: il primo a dire che il premier era vicino a dire addio è stato un fedelissimo come Giuliano Ferrara.

Dalle pagine dell’edizione online de “Il Foglio”, il giornalista ha scritto: “Che Berlusconi stia per cedere il passo ormai è una cosa acclarata. Si tratta di ore, qualcuno dice perfino di minuti”. Quando è comparso l’editoriale di Ferrara erano le 11 di questa mattina e la fine del governo Berlusconi sembrava a un passo: qualcosa però è cambiato con il passare delle ore, fino a arrivare alla smentita dello stesso presidente del consiglio.

Le voci di mie dimissioni sono destituite di fondamento e non capisco come siano circolate”, ha fatto sapere il premier tramite una pagina Facebook e a stretto giro di posta anche il capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto bolla le notizie sulle imminenti dimissioni di Berlusconi come “destituite da ogni fondamento”.  Il premier non molla quindi, anzi sembra intenzionato ad andare per la sua strada mettendo i “traditori” davanti alle loro responsabilità: “Chi cercava una forzatura per convincermi a lasciare – il pensiero di Berlusconi – rimarrà deluso”. E il presidente del Consiglio, infatti, spera ancora in un dietrofront di alcuni dei frondisti e sta cercando un contatto con i tre deputati passati all’Udc (Alessio Bonciani, Ida D’Ippolito e Gabriella Carlucci) per provare a convincerli a ritornare all’interno del Pdl.

Mossa della disperazione? Vedremo. Intanto però è certo che domattina il premier non salirà al Colle per liberare la poltrona di Palazzo Chigi: nel pomeriggio alla Camera ci sarà il voto sul rendiconto generale dello Stato che dovrebbe essere approvato senza problemi. Poi però si arriverà alla fiducia sulla lettera inviata all’Europa e lì Berlusconi potrà guardare in faccia chi lo farà cadere: perché che piaccia o no, l’era del premier sembra davvero giunta al capolinea. 

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