USA temono attacco Israele a Iran. Sarebbe inizio di Apocalisse

A pochi giorni dalla presentazione del rapporto Aiea ( Agenzia internazionale per l’energia atomica), i rapporti tra Israele e Iran sono tesissimi. Secondo alcune indiscrezioni, gli ispettori dovrebbero presentare alcune foto che sarebbero la prova che Teheran detenga armi atomiche in un sito vicino alla capitale a Parchin, oltre a computer in grado di gestire bombe atomiche. Per questo Tel Aviv starebbe preparando un’incursione aerea che darebbe il via a una sorta di attacco preventivo, al fine di scongiurare di essere vittima di un qualche attacco nucleare da parte dell’Iran. Un ufficiale americano, che ha voluto restare anonimo, ha presentato un rapporto in cui esprime le sue preoccupazioni riguardo a un’imminente attacco israeliano, che non sarebbe coordinato dagli USA, i quali hanno affermato più o meno ufficialmente che non hanno intenzione per ora di attaccare militarmente Teheran. Quest’ultima non prenderebbe molto sul serio le voci, ma in ogni caso, il capo dei Guardiani della Rivoluzione, organo di potere molto forte in Iran, Mohammed Alì Jafari, ha affermato che se attaccati, Israele sarebbe oggetto di ritorsioni, visto che l’Iran avrebbe armi a disposizione in grado di agire in un raggio sufficiente a colpire tutte le installazioni nucleari israeliane.

Una situazione da allarme rosso, che rischia di fare precipitare il mondo in una Terza Guerra Mondiale e l’espressione è tutt’altro che enfatica. Gli americani, infatti, si aspettano che in caso Israele colpisca il territorio iraniano, Teheran risponda con ritorsioni verso i militari americani presenti nel Golfo, specie in Irak, con attacchi terroristici.

Non meno preoccupata è l’Europa, dato che l’Iran detiene armi in grado di colpire tutta la parte meridionale del Vecchio Continente, Italia compresa. Inoltre, il contraccolpo economico sarebbe devastante, in quanto si presume che l’Iran blocchi tutte le esportazioni di greggio verso l’Occidente e al contempo riesca a bloccare il passaggio di oro nero in tutto lo Stretto, provocando un crollo dell’offerta mondiale pari al 50% del totale, con inevitabili esplosioni di prezzo del petrolio e una crisi cupissima su tutto il pianeta, che aggraverebbe la situazione economica pesante già in atto.

Per questo, Washington starebbe convincendo Israele ad avere maggiore pazienza, ma i rapporti non proprio idilliaci tra l’amministrazione Obama e il governo di Netanyahu potrebbero rendere inefficace l’azione di “moral suasion” degli americani. Siamo davvero a un passo dall’abisso?

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