Nella manifestazione di ieri a Roma, programmata dal Partito Democratico a Piazza San Giovanni, uno dei protagonisti più attesi, Matteo Renzi, esce ridimensionato dall’unico giudice legittimato della politica: il popolo. “Vattene a casa”, “Di qualcosa di sinistra”, “Stai rovinando il nostro partito”, “Vai dal tuo amico Berlusconi”, “Vai a lavorare”, “Sei un comunista di destra“, “Ad Arcore c’è qualcuno che ti aspetta”: queste alcune delle frasi indirizzate dai manifestanti al sindaco di Firenze.
Ma è l’ironia di Massimo D’Alema (forse uno dei pochi politici di sinistra ad esser più elitario e come atteggiamenti ancor meno vicino alla semplicità delle genuine esigenze della popolazione, proprio rispetto a Renzi) la più pungente di tutti: “E’ sindaco di Firenze e come tale va valutato”, come a dire, stai al tuo posto!
Fermo restando che le due idee di fondo di Renzi e cioè quella di svecchiare e cambiare le facce nei quadri del Partito Democratico (ci aveva provato Nanni Moretti diversi anni fa e quelle persone a cui aveva chiesto un passo indietro allora ci sono ancora tutte e, come lui aveva prefigurato, hanno regalato 10 anni di sconfitte al centro-sinistra) e l’altra di dare vita finalmente ad un programma politico propositivo, fatto di idee nuove, progetti riformisti, che esulino da un esclusivo antiberlusconismo, trovano l’appoggio di chi scrive quest’articolo e credo anche della maggior parte delle persone di buonsenso. Il suo modo di fare però, alla ricerca delle telecamere sempre e comunque, del colpo ad effetto, l’atteggiamento con cui vuole proporre questo rinnovamento totale (a proposito ma non ha fatto sempre politica anche lui?), insieme alle sue posizioni di politica economica, innovative forse solo se giudicate dal punto di vista di una persona culturalmente di destra, lasciano a tratti addirittura sbigottiti.
Quando a Firenze fece lavorare i negozi il Primo Maggio, quando appoggia l’idea di una riforma del mercato del lavoro che renda più semplice licenziare le persone, è tutto meno che un uomo di sinistra. Ed in questo momento politico, in cui stiamo assistendo giorno per giorno all’agonia del berlusconismo nel nostro Paese, l’alternativa non può essere rappresentata da chi ricorda proprio il Berlusconi giovane di qualche anno fa. E’ necessaria una figura che sappia difendere la socialità delle politiche del nostro Stato da tutti gli attacchi che vengono dall’esterno, compresi da quelli che arrivano da oltre confine.