Santoro: Successo da record per Servizio Pubblico

Servizio Pubblico di Michele Santoro, ha  debuttato in rete, portando a casa un successo record. Il ritorno in tv di Michele Santoro, ha portato dati di ascolto, veramente sorprendenti e che parlano chiaro: Giovedì sera 3 milioni di telespettatori hanno scelto Servizio Pubblico. La trasmissione è stata mandata in onda, su Sky, diverse reti regionali, e alcuni siti web, quali Corriere della Sera, Repubblica, Fatto quotidiano e lo stesso Servizio pubblico.Ospiti della prima puntata, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, l’imprenditore Diego Della Valle,Paolo Mieli, l’intervento di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, e il tanto atteso collegamento dal Sud America del latitante Valter Lativola.

Il titolo della prima puntata, non ha bisogno di molti commenti: “Licenziare la casta”.Michele Santoro, dimentica la Rai e si concentra solo sui problemi del nostro paese, e una classe politica che continua a logorare la nostra bella Italia. “Diventa necessaria una rivoluzione, basta resistere.Noi iniziamo qui la nostra rivoluzione civile, democratica, pacifica”. Con queste parole Michele Santoro, punta il dito contro questo sistema, marcio dentro, e spera in un futuro migliore, o comunque diverso.Non mancano le vignette di Vauro. All’ inferno tutti i politici, partendo da Berlusconi e Bossi per finire con Bersani e Matteo Renzi. E’ Giorgia Napolitano l’unico a salvarsi, che vola diretto in paradiso, almeno per Vauro.

Il programma di Santoro, rappresenta una vera e propria rivoluzione mediatica, dove il pubblico, non è uno spettatore passivo del messaggio politico di turno, è il vero protagonista, colui che finanzia il progetto, offrendo 10 euro per il programma;Il pubblico partecipa attivamente e lo fa attraverso i siti, social network, e sondaggi.

La rivoluzione di Santoro comincia bene e i 3 milioni di telespettatori,lanciano un messaggio ben chiaro: tutti uniti, con un solo scopo, anche nella diversità. La vera novità, è la non censura, ma solo la realtà, dura e cruda, di chi lotta quotidianamente per arrivare a fine mese, di chi non gode di privilegi, ma va avanti lo stesso, e lo fa non tradendo il proprio paese.

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