L’Eurozona parrebbe essere come la Bella di Torriglia, che tutti la vogliono, ma nessuno se la piglia. E’ questa la conclusione del disarmante vertice del G20 a Cannes, che non ha esitato un bel nulla, malgrado su di esso si facesse un certo affidamento. Le parole più rappresentative della situazione non potevano che provenire dall’austera cancelliera tedesca, che ha parlato di “interesse verso l’Efsf, ma nessuno si è fatto avanti”.
Le voci, ma solo quelle, parlano di una potenziale offerta di 300-350 miliardi di dollari da parte degli stati del G20 extra-Area Euro, soprattutt, provenienti dai Paesi Brics. La sola Cina avrebbe mostrato interesse ad investire almeno 100 miliardi, ma tutti chiedono che si conoscano i dettagli di questo complicato meccanismo di funzionamento dell’Efsf, il Fondo europeo di salvataggio, che non vengono divulgati, per il semplice fatto che non esiste un’intesa concreta sul modo in cui tale fondo dovrebbe procedere.
Una situazione in pericoloso stand-by, che già lunedì potrebbe subire una bocciatura drammatica dai mercati, come hanno evidenziato gli indici di borsa di ieri, tutti in negativo, quando la mattinata sembrava iniziare bene. Anche i titoli italiani sono tornati nell’occhio del ciclone (non che ne fossero mai usciti), con un differenziale di rendimento decennale superiore a 460 punti dei Bund tedeschi.
L’Italia ha anche dovuto annunciare di chiedere il monitoraggio dell’Fmi sui propri conti e le proprie riforme, al fine di creare un clima di maggiore affidabilità e credibilità, che se certamente riguardano il nostro Paese, non escludono in realtà nessuno. Sono ormai troppi gli eventi che sottolineano il caos europeo, dalle bizze greche sul referendum, ad accordi mai raggiunti tra gli stati, a meccanismi che nessuno ormai capisce.