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Visco assicura su stabilità finanziaria Italia

Published by
Giuseppe Timpone

Nella sua prima uscita pubblica da governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco ha voluto offrire parole rassicuranti sulla tenuta finanziaria del nostro Paese, che a suo dire mostra comunque di essere solido. I punti di forza dell’Italia, afferma il governatore nel documento da lui firmato, sono il basso indebitamento privato, il basso debito estero, la tendenza al riequilibrio dei conti pubblici, un avanzo primario ai massimi in Europa.

Poi, il documento si sofferma sulla situazione delle banche italiane, che mostrerebbero un patrimonio solido, che consente loro anche di richiedere i rifinanziamenti europei, con margini piuttosto ampi. Non solo: le prime cinque detengono 173 miliardi di bond italiani, pari a quasi i due terzi delle loro esposizioni complessive verso bond sovrani.

Andando alla situazione dei nostri conti pubblici, Visco chiarisce come i nostri titoli, malgrado gli attacchi speculativi, garantiscono ancora condizioni di stabilità, come per la loro durata media, pari a 7,2 anni, contro i 5,6 della Germania, mentre soltanto il 42% del nostro debito si trova in mani straniere, contro una media europea del 52%.

Infine, uno studio effettuato dalla Banca d’Italia mostra le conseguenze di un cosiddetto “stress test” sul debito pubblico, ossia cosa accadrebbe se i tassi continuassero a salire. Ebbene, il punto di rottura, cioè oltre il quale l’Italia inizierebbe ad avere un indebitamento insostenibile, non sarebbe del 7% come già accaduto per Grecia, Portogallo e Irlanda, bensì intorno all’8%.

Attualmente, si immagina un costo medio dell’indebitamento del 5,5% da gennaio 2012, quindi, esso dovrebbe salire di un altro 2,5% medio. Anche immaginando uno scenario del genere o in alternativa una crescita zero del pil nel triennio 2012-2014 e un innalzamento dei tassi, il rapporto tra debito e pil tenderebbe a scendere al 115% circa nel primo caso e intorno al 120% nel secondo.

La precondizione affinchè non si faccia la fine della Grecia è che il governo attui gli impegni assunti con l’Europa sul pareggio di bilancio e che proceda a liberare la ricchezza, consentendole di crescere con misure di sostegno.

 

 

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Giuseppe Timpone