Si è parlato di Michael Jackson proprio ultimamente in occasione della presentazione a Londra di un film-documentario “Michael Jackson: the Life of an Icon”, una pellicola che ci presenta un Jackson inedito e dietro le quinte, raccontato attraverso gli occhi di amici, colleghi e familiari.
Non è un caso quindi che anche Lenny Kravitz abbia detto la sua, svelandoci un lato di Michael Jackson che talvolta ci si dimentica ma che è alla base del suo successo e della sua arte.
“E’ stato un maestro e un onore lavorare con lui: i suoi dischi sono delle pietre miliari. Una persona amabile, simpatica e di una pignoleria esagerata sul lavoro”, così ne parla Kravitz in un’intervista rilasciata alla rivista Max, uscita in edicola proprio questa settimana. Come conferma Kravitz infatti era proprio la pignoleria, la ricerca musicale continua, il desiderio di uno spettacolo perfetto ad animare l’animo di Jackson che ne hanno fatto di lui un simulacro della musica pop.
Da Michael Jackson fino ad oggi, Kravitz si espone anche su alcuni artisti attuali che hanno saputo ben calcare la scena musicale, essere originali e indipendenti dal music business citando Adele affermando “Mi ricorda me quando ho cominciato. E’ riuscita a ritagliarsi uno spazio tutto suo senza scendere a compromessi. E’ una grande“; e poi qualche considerazione anche sulla stella del soul scomparsa quest’anno Amy Winehouse:“Purtroppo droga e rock è un clichè. Sono rimasto molto colpito: la droga non aiuta a comporre musica, forse qualche volta è capitato ma normalmente ti distrugge e basta”.