Quando mancano poco più di sei mesi alle elezioni presidenziali francesi, il presidente Nicolas Sarkozy ha bene in mente che non potrà permettersi di perdere la tripla A prima delle urne. Con i sondaggi nerissimi che lo danno nettamente sconfitto contro François Hollande, che lo sfiderà per i socialisti, Sarkò non può fare nemmeno un passo falso. Per questo punterebbe a mobilitare l’elettorato di destra e di centro sulla questione dei conti pubblici e del debito. In sostanza, l’Ump avrebbe in mente una campagna elettorale in cui si assicurerebbe agli elettori di non fare mai perdere il massimo giudizio sul proprio debito, a differenza dei socialisti, la cui vittoria sarebbe messa in relazione a un probabile declassamento. L’equazione socialisti-downgrade è molto affascinante e punta a conquistare quell’elettorato centrista più attento alle esigenze dei conti pubblici. Non è un caso che il candidato del centro, François Bayrou, nel 2007 abbia impostato la propria campagna elettorale proprio sulla questione del debito pubblico.
Ma il rovescio della medaglia è che non si sa se e quando le agenzie di rating potrebbero declassare la Francia. Se questo dovesse avvenire prima di maggio, è chiaro non solo che il tema principale della campagna elettorale del centro-destra verrebbe meno, ma addirittura si trasformerebbe in un boomerang dagli effetti nefasti.
Tuttavia è già chiaro che, per non rischiare, Sarkozy non vuole permettersi maggiori sostegni agli stati in difficoltà. Questo metterebbe a rischio la tripla A e la sua stessa rielezione. Per questo motivo da ora in avanti è probabile (e pure paradossale) che il cerino degli aiuti sarà tenuto nelle mani dei tedeschi, che seppur da sempre tiepidi o apertamente contrari agli aiuti, dovranno gestire il gestibile di una situazione quasi al collasso nell’Eurozona.
Ma sebbene ci siano ancora di mezzo sei mesi per rimontare, i sondaggi continuano ad essere davvero impietosi per Sarkozy, assegnando un forte vantaggio di Hollande già al primo turno, ma che diventerebbe un trionfo per il socialista al secondo turno, con una media di quasi trenta punti in più sul rivale.
La risatina di Monsieur Sarkò sul premier italiano potrebbe essere l’ultima della sua breve carriera politica all’Eliseo, perchè a Parigi soffia per lui un’aria di umiliazione.