La situazione incandescente delle borse europee sembra oggi essersi raffreddata, almeno per qualche ora. Ieri, dopo la notizia che la Grecia avvierà un referendum sui nuovi aiuti europei, Piazza Affari è sprofondata del 6,8%, bruciando 22 miliardi. Ma i miliardi andati in fumo in tutto il Vecchio Continente sono stati 200, con Francoforte che chiudeva a -5% e anche peggio faceva Parigi.
Per non parlare di quello che accadeva sul monetario, con il differenziale di rendimento tra i BTp decennali italiani e quelli tedeschi che si è allargato fino a quota 459 punti base, per poi stringere intorno a una chiusura di 442 punti. Ieri, il BTp a dieci anni rendeva intorno al 6,3%, vicino a quella che gli esperti considerano la soglia del non ritorno, compresa tra il 6,5% e il 7%.
Un bruttissimo esordio per Mario Draghi, governatore della BCE, che sin dal primo minuto ha dovuto fare i conti con un vero e proprio dramma sui mercati. La BCE sarebbe intervenuta ieri, a sostegno dei BTp e i Bonos, ma la situazione era così grave, che non si sono avuto effetti calmieranti evidenti. D’altronde vi è stato un divario del differenziale anche tra Francia e Germania, intorno a 125 bp, mentre i cds italiani hanno raggiunto i 520 punti base, quota record da quando esiste l’euro.
Oggi, le borse tentano un timido recupero, con Piazza Affari che viaggia intorno all’1,5% di guadagni, sostanzialmente in linea con Parigi e Francoforte. Anche lo spread tra i BTp e i Bund stringe, attestandosi in mattinata intorno ai 425 punti e con il decennale che al momento rende intorno al 6,1%.
E per oggi è prevista la riunione del Comitato per la sorveglianza sulla stabilità finanziaria, presieduta dal ministro Tremonti. Molto difficile che il leitmotiv di questa crisi possa risolversi, dato che è in forse la tenuta dell’intera Eurozona, sulla base di quanto sta accadendo in Grecia.