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Fmi pronta a piano anti-contagio. Londra contraria a maggiori oneri

Published by
Giuseppe Timpone

Il Fondo Monetario ha un pò ridimensionato la portata del cosiddetto “Piano B“, per impedire il contagio in Italia e Spagna della crisi debitoria greca, che avrebbe dimensioni così vaste, da fare crollare l’intera Eurozona. Washington ha chiarito che semmai avrebbe messo a punto da circa un anno un piano anti-contagio, per sostenere con liquidità propria gli stati solidi, ma esposti alle turbolenze dei mercati.

Certo, il riferimento a Italia e Spagna è evidente, ma non si tratterebbe di una contingenza, bensì di un fatto ampiamente previsto, che richiederebbe il rafforzamento del fondo in dotazione all’Fmi. Una situazione che la dice molto lunga sull’incapacità dell’Europa di fronteggiare la crisi con il suo Efsf, nonostante questo sia stato rafforzato.

In effetti, del nuovo Fondo europeo di salvataggio non si conosce quasi nulla, se non che in un qualche modo dovrebbe sostenere gli stati in difficoltà dell’Eurozona.

Tuttavia, la Gran Bretagna avrebbe già stoppato sul nascere l’ipotesi di un suo coinvolgimento nel rafforzamento del fondo dell’Fmi o di un suo sostegno all’Efsf. Londra non interverrà, dunque, a sostenere gli stati in crisi dell’Eurozona; ed era prevedibile, dato che cresce all’interno del Partito Conservatore al governo il sentimento anti-europeista, con un’ottantina di deputati che chiede di uscire persino dalla UE.

Interessati a finanziare l’Efsf o anche il Fondo Monetario sarebbero Cina, Giappone e Russia. La Cina potrebbe investire liquidità per cento miliardi di dollari, mentre il Giappone troverebbe conveniente partecipare all’Efsf, per frenare la forza del suo yen. Mosca si è detta disponibile a investire dieci miliardi di dollari, ma tutti e tre i Paesi chiedono una cosa semplice: che si conoscano i dettagli di uno strumento, che al momento sembra ancora allo stato embrionale, malgrado vi sia stato un vertice apparentemente risolutivo lo scorso mercoledì a Bruxelles.

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Giuseppe Timpone