La settimana in borsa non sembra essere partita all’insegna dell’ottimismo. Come già ampiamente previsto nel fine settimana, i mercati finanziari del Vecchio Continente hanno aperto in terreno negativo, aggravate dai timori degli operatori sulla crisi debitoria dell’Eurozona, dopo che ieri è stata ufficializzata una richiesta di aiuto dell’Unione Europea da parte del presidente della Commissione Barroso e della UE van Rompuy ai Paesi del G20.
I due hanno scritto una lettera, in cui sostengono che sia necessario uno sforzo comune per risolvere la situazione dell’Eurozona, pur impegnandosi gli stati nazionali ad attuare le misure idonee per il risanamento.
Il lancio di un SOS da parte dell’Europa non è un buon segnale per i mercati, perchè sarebbe l’indizio che non ci sarebbe alcuna capacità autonoma del Continente nel risolvere i propri problemi, nonchè segnala la gravità della situazione.
In particolare, adesso sarà indispensabile notare quali stati potrebbero partecipare al finanziamento dell’Efsf, il Fondo europeo di salvataggio, e verificare la quantità degli investimenti esterni. La Cina sarebbe interessata con 100 miliardi di dollari e anche la Russia guarderebbe con interesse alla cosa, ma si chiedono garanzie e punti fermi; cosa che la UE non sembra essere in grado di fornire.
E sulla scia del sentiment negativo, anche il monetario italiano apre in calo, con l’ampliamento del differenziale di rendimento tra BTp decennali e Bund tedeschi, che arriva in zona 395 punti base dai 382 della chiusura dello scorso venerdì.
In rialzo pure i rendimenti decennali, in mattinata al 6,09%, dal precedente 6,02 di venerdì. Un livello considerato ai limiti della non sostenibilità del nostro debito.