Violento, crudele e psicologicamente deviato. Si potrebbe descrivere con questi appellativi l’artefice di sevizie e maltrattamenti ai danni di poveri gatti attirati per strada. Da diverso tempo gli agenti stavano indagando sul ritrovamento di cadaveri di gatti mutilati e martoriati in modo violento.
Finalmente il maniaco ha un nome e lascia quantomeno sorpresi il fatto che dietro tutta questa scia di violenza ci sia un ragazzo di soli 18 anni, Daniel Wright. Gli episodi di violenza sono avvenuti ad Harvey, in Lousiana. Dopo l’arresto gli agenti hanno interrogato il ragazzo scoprendo i raccapriccianti dettagli dei suoi atti criminosi. Il diciottenne attirava i gatti per strada dando loro del cibo, poi li catturava e li portava a casa per torturarli. Gesti guidati da una insana crudeltà: i gatti venivano mutilati, gli venivano tagliate le orecchie e la coda, venivano sodomizzati con oggetti di tutti i tipi e alla fine venivano bruciati vivi. Crimini efferati e meschini.
Quando hanno fatto irruzione nella casa di Wright le forze dell’ordine hanno trovato nella sua stanza dei gatti ancora vivi, sofferenti e ricoperti di ferite. Uno aveva subito delle ferite così profonde che i veterinari sono stati costretti ad effettuare l’eutanasia. Tutti i gattini sono stati portati in un centro di recuero per essere curati ed eventualmete adottati, appena guariti.
Sembra che tra le vittime del ragazzo ci sia anche un opossum. Già nel 2006 il diciottenne si era reso protagonista di altri crimini tra cui una violenza carnale su una ragazza di 18 anni. Questo sottolinea quanto sia vero che la violenza sugli animali sia una spia di allarme per problemi psicologici di ordine superiore e che individui che si macchiano di tali crimini siano molto pericolosi per tutti coloro che gli sono accanto.