La Cina potrebbe essere un finanziatore rilevante delle nuove obbligazioni dell’Efsf, il Fondo europeo di salvataggio, fino a investimenti per 10o miliardi di dollari. Sarebbero queste le indiscrezioni, che giungono contemporaneamente da Pechino e dalla stessa Bruxelles. Un portavoce del Dipartimento per gli Affari Esteri di Pechino ha affermato che la Cina sarebbe in contatto sia con la UE che con il Fondo Monetario, per verificare i dettagli di questo fondo, nonchè scrutare se sia possibile il varo di un fondo da parte dell’Fmi.
In ogni caso, ha aggiunto l’esponente del governo, se verranno riscontrate condizioni di reciproco favore, Pechino sarebbe pronta a intervenire con 100 miliardi di dollari. Un quantitativo particolarmente interessante, che è il frutto della volontà dei cinesi sia di sostenere il maggiore partner commerciale, sia anche di investire e diversificare le sue riserve di valuta straniera, che ammontano a 3200 miliardi di dollari.
Già oggi la Cina possiede 500 miliardi di dollari investiti in titoli del debito europeo, di cui circa 75-80 in bond italiani. Tuttavia, un ulteriore intervento dei cinesi in Europa avrebbe un pesante prezzo, ossia il silenzio dell’Eurozona sulle distorsioni del tasso di cambio, con uno yuan palesemente sottovalutato e che spinge le esportazioni cinesi, rappresentando una concausa decisiva della crisi dell’Occidente degli ultimi anni.
Insomma, i cinesi porrebbero parzialmente rimedio a una delle cause degli squilibri da essi prodotti, ma chiederebbero in cambio di potere ampliare questi stessi squilibri, senza alcuna forma di protesta da parte dell’Europa. Purtroppo, Bruxelles ha bisogno di questi capitali, anche perchè il rafforzamento dell’Efsf passa per un raddoppio del valore dei bond richiesti sul mercato, che potrebbe non trovare adeguata domanda interna.