Faust – Recensione

Quando la tentazione è forte, è difficile resistere. Quando si desidera morbosamente qualcosa, senza la quale non si può vivere, si finisce per impazzire. Quando qualcuno si offre per aiutarvi a realizzare ciò che volete, tutto ciò è come un fulmine a ciel sereno, e accettate senza pensarci due volte. Peccato però, che per la vostra cieca bramosia, non abbiate messo in conto il terribile prezzo da pagare… La perdita della vostra anima! Ah, destino ingrato, gioire per il raggiungimento dei propri obiettivi, per poi precipitare nel baratro della disperazione più nera e della dannazione perenne.

Liberamente tratto dal romanzo omonimo dello scrittore Johann Wolfgang Goethe, e diretto dal regista russo Aleksandr Sokurov, autore delle pellicole cinematografiche “Moloch“, “Taurus” e “Il Sole“, incentrate su tre grandi personaggi della storia come Hitler, Lenin e l’Imperatore Hirohito, “Faust” narra la vicenda di un uomo disperato, infelice, insoddisfatto, perché sempre assetato di conoscenza e di amore. Il suo è un eterno cercare, un vagabondaggio senza meta e senza tregua, che alla fine lo porta ad ottenere ciò che chiede, non dispensandolo però dalla distruzione di se stesso.

Gli attori chiamati a interpretare i personaggi di questo capolavoro sono Johannes Zeiler, nella parte del protagonista dott. Faust, Anton Adasinskiy in quella di Mefistofele, perfetto Diavolo incarnato il cui unico scopo è quello di avere più anime possibili ai suoi piedi, per far patire loro pene indicibili nonostante le sue ingannevoli promesse, Isolda Dychauk nello splendido ruolo di Gretchen, Marguerite nell’opera letteraria, la giovanissima e bellissima donna che turberà il sonno di Faust, e che appena lui la vedrà non potrà più fare a meno di lei, desiderandola con ogni fibra del suo essere e Georg Friedrich nella parte di Wagner, l’aiutante del dott. Faust.

Ambientato nell’800 e girato tra Germania, Spagna e Islanda, “Faust” è un racconto gotico fantastico caratterizzato da inquadrature sghembe e deformate, e con un’atmosfera che si rifà molto al cinema espressionista tedesco di Robert Wiene con “Il gabinetto del dott. Caligari” e Friedrich Wilhelm Murnau con “Nosferatu – Il Vampiro“. Altra particolarità del lungometraggio è l’utilizzo del formato filmico 4:3, cosicché ogni sequenza viene ripresa come se fosse un quadro, dando all’immagine un piacevole aspetto pittorico. Da menzionare, la fotografia di Bruno Delbonnel, che impiega diversi tipi di filtri per imprimere all’opera rappresentata differenti tonalità di colore, anche se il verde è quello dominante. Infine, altro elemento da notare è quello dei dialoghi, continui e sovrapposti l’uno all’altro, per far comprendere allo spettatore la tremenda situazione di disagio in cui versa il dottore, imprigionato in un mondo dove regna il caos più assoluto, quello di una condizione mentale al limite della follia, provocata soprattutto dalla figura di Gretchen, ossessione amorosa del perduto Faust.

Faust” è distribuito dalla Archibald Film.

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