Cgia Mestre, con licenziamenti facili disoccupazione oltre l’11%

Se la nuova normativa sui licenziamenti facili fosse stata già in vigore negli ultimi due anni e mezzo, il tasso di disoccupazione sarebbe aumentato dall’attuale 8,2% all’11,1%, con oltre 700mila persone senza lavoro in più: è quanto emerge da una stima effettuata dalla Cgia Mestre, l’associazione di artigiani e piccole imprese, che manda su tutte le furie il governo e soprattutto il ministero del lavoro che replica con una nota in cui definisce i dati “destituiti di ogni fondamento”.

A spiegare nel dettaglio come si è arrivati alla stima è il segretario della Cgia Mestre, Giuseppe Bortolussi, secondo cui le cifre sono “un puro esercizio teorico” e sono state ottenute applicando la nuova normativa sui licenziamenti contenuta nella lettera presentata all’Unione Europea a quanto avvenuto dal 2009 a oggi.

L’associazione di artigiani ha in pratica considerato i lavoratori che negli ultimi due anni e mezzo sono stati messi in cassa integrazione a zero ore: se fosse stata applicabile la nuova misura, questi lavoratori, che hanno usufruito della Cig, si sarebbero trovati, trascorso il periodo di “cassa”, fuori dal mercato del lavoro. Numeri alla mano, calcolando il numero di unità lavorative standard che hanno sfruttato la cassa integrazione a zero ore dal 2009 (299.570 + 309.557 + 128.574) si arriva a 737.700 potenziali nuovi disoccupati, una cifra che avrebbe portato il tasso di disoccupazione dall’attuale 8,2% all’11,1%.

Bortolussi mette in chiaro che le cifre sono frutto di “semplice simulazione” che non tiene conto del numero di lavoratori che avrebbero perso il posto senza l’appoggio di nessun ammortizzatore sociale, né delle misure di incentivazione alla trasformazione dei contratti di apprendistato e delle agevolazioni per l’ingresso nel mercato del lavoro delle donne. La cautela della Cgia non basta però al governo che diffonde una nota molto piccata in cui si afferma che la simulazione “è destituita di ogni fondamento” e rimarca il fatto che alla guida dell’associazione di artigiani mestrini c’è il candidato del centrosinistra alla Presidenza della Regione Veneto.

Di tutt’altro avviso, invece, l’Italia dei Valori che in una nota del presidente Antonio Di Pietro e del responsabile del lavoro e welfare del partito, Maurizio Zipponi, individua nelle stime della Cgia Mestre la “conferma della pericolosità sociale del contenuto della lettera inviata da Berlusconi all’Unione Europea”.

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