Pacchetto per salvare l’Ue, le borse volano

E’ stato varato il piano per arginare la crisi economica dell’Eurozona: un pacchetto “completo” salva-stati. Dopo quasi dieci ore di lavoro, finalmente l’Ue ha sfornato a Bruxelles un pacchetto di provvedimenti per risollevare dalla crisi economica l’Europa. Il pacchetto prevede la salvaguardia delle banche, tramite una ricapitalizzazione per 106 miliardi di euro, e la creazione di uno “scudo” per salvare i paesi in crisi, con l’istituzione di un fondo salva-stati di 1000 miliardi di euro. Per quanto riguarda la Grecia, saranno impiegati ben 130 miliardi di euro per favorirne la ripresa.

Le misure che ha annunciato l’Italia hanno ricevuto un plauso al termine dell’incontro a Bruxelles, ma si è insistito sulla necessità di applicare le misure nei tempi prestabiliti, pensando già al prossimo passo, cioè un piano pensioni migliore entro dicembre.

Le borse intanto beneficiano di questo nuovo piano salvezza: Milano ha chiuso ieri in rialzo del 5,49%, in linea con gli incrementi delle altre borse europee. Complice anche il rilancio di Wall Street, Milano e le altre borse europee hanno ricevuto dei forti incrementi in chiusura, con titoli che hanno guadagnato fino a 10 punti percentuali. Titoli industriali, energetici, delle telecomunicazioni hanno tutti fatto registrare ottimi risultati, male solo Lottomatica.

Per quanto riguarda le banche, quelle cosiddette “sistemiche” verranno ricapitalizzate, tramite lo stanziamento di 106 miliardi di euro(14,7 dei quali per le banche italiane). Per il rifinanziamento, le banche dovranno prima trovare capitali propri, poi rivolgersi allo Stato e, infine, rivolgersi al fondo istituito dall’Ue. Le banche in ricapitalizzazione, non potranno distribuire bonus o dividendi.

L’Esfs (European Financial Facility Stability), raggiungerà i 1000 miliardi di euro. Per raggiungere l’enorme cifra, utilizzerà due metodi principali: venderà assicurazioni sui titoli dei Paesi e utilizzerà lo “special purpose vehicle”, uno strumento creato appositamente per attirare investimenti, in primo luogo dalla Cina e da istituzioni come il Fmi.

In Grecia, la soluzione scelta prevede che tutti i titoli perdano il 50% del loro valore nominale. In questo modo, aggiungendo gli aiuti stanziati dall’Ue, il debito potrà tornare entro il 2020 su dei livelli accettabili, ovvero il 120% sul Pil. Il contributo in aiuto della Grecia verrà stanziato entro il 2014, ma i provvedimenti dovranno essere approvati entro la fine di quest’anno, mentre il dimezzamento del valore nominale dei titoli si dovrà attuare già nel 2012.

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