Il vertice europeo di Bruxelles tra i 27 capi di stato e di governo dell’Unione Europea ha finalmente esitato un accordo, dopo lunghe settimane di discussione e divisioni, che avevano paralizzato le trattative fino alla tarda serata di ieri. E’ stato previsto il varo di un nuovo piano di aiuti per la Grecia, pari a 130 miliardi di euro.
Atene sarà sgravata da un quota ulteriore di debito, che dovrebbe fare scendere il rapporto tra il suo indebitamento e il pil sotto il 120% entro il 2020. Il calo avverrà grazie all’aumento dell'”haircut”, che passa dal 21% al 50%. Le banche, quindi, saranno caricate di una maggiore perdita, ma al contempo avranno a disposizione gli strumenti pubblici di sostegno per la ricapitalizzazione, fissato l’obiettivo di un Core Tier 1 al 9%.
Serviranno per questo 106 miliardi e le banche dovranno prima farvi fronte con capitali privati, poi potrebbero ricorrere ad aiuti statali e solo come ultima istanza fare richiesta all’Efsf, il quale sarà anche irrobustito fino a 1000 miliardi. Il meccanismo dovrebbe essere quello di una copertura assicurativa, nonchè la possibilità di fare partecipare anche organismi esterni, come il Fondo Monetario e la Cina, che potrebbero investirvi risorse. In questo senso, dunque, è prevalsa la linea della Germania, contraria sin dal primo momento a un coinvolgimento immediato del Fondo europeo di salvataggio nel sostegno al patrimonio degli istituti di credito.
Quanto all’Italia, la UE ha giudicato molto positivamente il piano di risanamento e per la crescita che il premier Berlusconi ha presentato e che contiene norme per la riforma delle pensioni (innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni entro il 2025), oltre alla possibilità per le imprese di licenziare, quando si trovano in stato di crisi.