In commissione di vigilanza Rai, chiamato dal presidente Sergio Zavoli (PD), il presidente della Rai, Paolo Garimberti, parlando del problema del pluralismo nell’informazione pubblica e rispondendo alla domanda di Alessio Butti, capogruppo del PDL per la medesima commissione, ha parlato del problema di un TG1 in calo di ascolti e la cui linea editoriale andrebbe ridiscussa in chiave non politica, ma ha ammesso con stupore di chi lo ascoltava, che “esiste un problema TG3“.
“Se mi chiedete se esiste un problema TG3, ebbene io lo ammetto, sì esiste un problema TG3”, ha affermato il presidente Rai. La dichiarazione ha fatto subito il giro del Palazzo, oltre che degli studi di Viale Mazzini, perchè non era mai accaduto che un presidente della Rai, di chiara rappresentanza del centrosinistra, prendesse le distanze dal telegiornale della terza rete, accusandolo di faziosità. Immediata e stizzita la reazione del direttore Bianca Berlinguer, che ha dichiarato di essere stupita delle affermazioni di Garimberti, aggiungendo, con la classe tipica di chi lavora su Rai3, che il suo Tg non è paragonabile a quello diretto da Minzolini, perchè questi sarebbe il megafono di Berlusconi, mentre lei imposterebbe l’informazione su scelte legittime, non omettendo mai di dare una notizia.
E oggi la carta stampata si scatena sul caso, da visioni contrapposte. “Il Giornale” ricorda come la direttrice del TG3 sia nota per il suo modo autoritario di gestire il gruppo di lavoro, parlando di un presunto clima di terrore che imporrebbe nella redazione e ricordando maliziosamente come ella sia figlia di Enrico Berlinguer, ex segretario del PCI, nonchè nipote dell’ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, che una volta affermò di avere raccomandato la nipote. La quale, in verità, smentì la raccomandazione.
“Il Fatto Quotidiano”, di impronta dipietrista e di sinistra, al contrario, ritiene che il presidente Garimberti, trovandosi a fine mandato, abbia l’esigenza di allargare la cerchia delle “amicizie”, per essere riconfermato. Insomma, una dichiarazione che aveva l’intento di strizzare l’occhio al centrodestra.
E’ un fatto, comunque la si pensi, che tutti i dati sul controllo dell’informazione, indichino uno sbilanciamento della rete in favore della sinistra, non solo come tempi, ma anche sui contenuti. Sarà una scelta legittima, così come quella di Augusto Minzolini di dare una linea moderata al suo TG1.