Questa mattina si sarebbe dovuto tenere un vertice dell’Ecofin con i 27 ministri finanziari della UE. Ma ieri sera la presidenza di turno polacca ha diramato un comunicato con cui si annunciava che tale riunione sarebbe slittata, in quanto la complessità dei temi in gioco è così forte da rendere necessario direttamente il coinvolgimento dei capi di stato e di governo. Cosa che avverrà con l’Eurogruppo di questa sera alle 18.
In realtà, lo slittamento dell’Ecofin è la dimostrazione delle profonde divergenze tra i governi su punti essenziali dell’agognato accordo: ruolo Efsf, misure della BCE, ricapitalizzazione delle banche, dimensione dell'”haircut” sui bond greci.
I tedeschi non vogliono che il Fondo europeo di salvataggio intervenga direttamente sul mercato primario dei bond, acquistando i titoli di stato all’asta, nè che esso si trasformi in una banca, come chiedono i francesi, perchè rappresenterebbe un modo per dribblare le limitazioni della BCE sul sostegno dei bond governativi.
Ancora: la Germania chiede che la ricapitalizzazione delle banche avvenga prima con capitali privati e solo in mancanza di questi con soldi pubblici dello stato nazionale e, infine, ricorrendo all’Efsf, ma soltanto come prestatore di ultima istanza.
Si apprende, inoltre, che maggioranza e opposizione al Bundestag avrebbero concordato il testo per l’approvazione dell’Efsf, che tra le altre cose potrebbe prevedere esplicitamente una dichiarazione, per cui i tedeschi non potrebbero accettare l’auspicio richiesto dai 17 stati dell’Eurozona che la BCE continui nella sua opera di sostegno dei bond governativi.
Infine, la questione del taglio nominale del valore dei bond ellenici. La Germania preme per il 60%, le banche e i francesi sarebbero orientate per una decurtazione meno traumatica, anche se tra tutti i punti, questo è quello più alla portata di un’intesa, visto che si da per scontato che un taglio molto ampio ci sarà comunque.